“Si ordina che per ogni atto, registro, contratto, ordinanza, editto o scrittura privata l’anno cominci d’ora in avanti – e sia contato – a partire dal primo giorno del mese di gennaio”: recitava così l’articolo 3 del testo dell’Editto di Roussillon con il quale – era il 1564 – Carlo IX di Francia scelse di fissare al primo di gennaio la data di inizio anno.
Ed anche in quelle parole potrebbe trovarsi la ragione del fatto che, nella tradizione di molti paesi, il primo aprile è il giorno degli scherzi. Prima di quella decisione, infatti, e della successiva conferma con l’adozione del calendario gregoriano e della riforma di Papa Innocenzo XII, il capodanno era festeggiato tra il 25 marzo ed il primo aprile, occasione in cui venivano scambiati pacchi dono.
Proprio quella tradizione dei regali, svuotata di senso dalle nuove regole del calendario, sta alla base della tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti proprio il primo di aprile, per ricordare scherzosamente una festività ormai scomparsa.
Perchè, poi, si parli di Pesce d’Aprile resta un mistero. C’è chi riferisce la cosa al fatto che, proprio un primo aprile, un Papa fu salvato dal soffocamento a causa di una spina di pesce e, quindi, stabilì il divieto di mangiare pesce in quella ricorrenza. Altri lo riferiscono alla figura del sensale, giovane che recapitava le lettere d’amore del padrone all’amata secondo una tradizione, sopravvissuta sino al XX secolo, per la quale i francesi inviavano cartoline decorate con la figura di un pesce. Alcuni, infine, fanno riferimento alla pesca, ed ai pescatori che spesso in questo periodo tornavano in porto a mani vuote subendo lo scherno dei compaesani.