Peppe Iacomini, ex portierone e capitano della Corneto Tarquinia, oltre che appassionato ed esperto spettatore del Festival di Sanremo, torna a scrivere per L’extra e ci dice la sua su quanto di canoro, mondano e spettacolare succede sul palco musicale più famoso d’Italia.
È la serata delle serate. È la finale di un sessantasettesimo Festival di Sanremo che conferma che difficilmente si riuscirà a fare a meno di un Carlo Conti così bravo, attento e umile. Bravo per la palese capacità di tenere il palco e di rispettare i tempi televisivi. Attento perché sempre sul pezzo e pronto ad intervenire nel caso qualcosa non vada per il verso giusto e umile per aver saputo gestire in maniera perfetta la regina della concorrenza Maria de Filippi. Le ha lasciato i suoi spazi e tante volte le ha anche donato il ruolo da protagonista.
Si apre con un momento di alto contenuto emotivo grazie ad un band “speciale” come i “Ladri di carrozzelle” che cantano “Stravedo per la vita”: ragazzi con disabilità che conquistano il teatro Ariston e tutti i telespettatori a casa.
C’è aria di festa: si ha come l’impressione che ogni artista cerchi di godersi lo spettacolo senza pensare al concorso. Ogni canzone acquista il vero valore. Tutto diventa chiaro e bello e la musica diventa la protagonista assoluta, con ognuno che si schiera in base ai propri gusti.
Si apre con Elodie e si chiude con Michele Bravi. Tra le esibizioni c’era tanta curiosità su come si sarebbe vestito Francesco Gabbani e sorprende ancora una volta abbandonando i maglioni dai colori sgargianti e il costume da scimmia per presentarsi con tenuta elegante e cravattino.
A distanza di trent’anni torna a Sanremo Zucchero Sugar Fornaciari e si omaggia l’immenso Luciano Pavarotti con “Miserere”. Si spalancano gli occhi per la bravura dei ballerini protagonisti dello spot della Tim e ci emoziona per una straordinaria Rita Pavone, che ritira il premio per i 55 anni di carriera e che canta uno dei suoi più celebri successi “Cuore”.
Altro grande momento il ritorno di uno dei più grandi comici come Enrico Montesano che dimostra, con il suo modo di tenere il palco, di essere stato la scuola per molti colleghi contemporanei e non da meno il monologo di Geppi Cucciari sulla poca considerazione delle donne.
La classifica porta allo scontro finale Fiorella Mannoia, Francesco Gabbani ed Ermal Meta. Un podio interessante che lascia solo un velo di polemica per la posizione di Fabrizio Moro (Settimo) e Marco Masini (tredicesimo).
Arriva la busta e succede che i favoriti si devono arrendere ad un Francesco Gabbani che con la sua “Occidentali’s Karma” si mangia il palco serata dopo serata meritandosi la vittoria Finale. Fiorella Mannoia è seconda ma si aggiudica il premio della sala stampa, con il cantautore Ermal Meta che vince quello della Critica.
Un plauso ad una straordinaria Maria de Filippi che si è messa a disposizione di Carlo Conti, della Rai e di una Kermesse che per la prima volta, grazie alla sua bravura, ha potuto fare a meno delle “belle” di turno.
Siamo arrivati al traguardo. È stato un percorso lungo e faticoso. Ci siamo divertiti e ci siamo fatti coinvolgere da un Festival ricco di buona musica e modernità. La musica è soggettiva ma una cosa è e deve sempre essere chiara a tutti: SANREMO È SANREMO.