Peppe Iacomini, ex portierone e capitano della Corneto Tarquinia, oltre che appassionato ed esperto spettatore del Festival di Sanremo, torna a scrivere per L’extra e ci dice la sua su quanto di canoro, mondano e spettacolare succede sul palco musicale più famoso d’Italia.
Spettacolo nello spettacolo per la serata delle Cover al Festival di Sanremo: una girandola di successi rivisitati per l’occasione dai big ancora in gara.
Si inizia però con le nuove proposte e, come da pronostico, vanno in finale Maldestro e Lele che danno l’impressione di avere un qualcosa in più su tutti. In onore del sessantesimo anniversario dalla nascita dello Zecchino D’oro è ospite sul palco del teatro dell’Ariston, e per la prima volta della storia, Il Piccolo Coro dell’Antognano che, con un medley dei più grandi successi, han fatto tornare bambini molti dei telespettatori a casa. “Volevo un gatto nero”, “44 Gatti”, “Il Valzer del moscerino”, “Il caffè della Peppina”, “Popoff”, “Il coccodrillo come fa”, “Le tagliatelle di nonna Pina” per poi chiudere con una dolcissima versione di “Che Sarà” dei Ricchi e Poveri.
Si inizia con Chiara che interpreta Diamante e si chiude con Michele Bravi che si assume la grande responsabilità di interpretare il maestro Battiato: non male la sua “La Stagione dell’amore”. In mezzo tanti ospiti e esibizioni. Alcuni entrano con forza e sentimento mentre altri creano rabbia e sgomento, come la versione imbarazzante con cui Gigi D’Alessio rovina un capolavoro come “L”Immensità” di Don Backy.
Fiorella Mannoia (“Sempre e per sempre”) dimostra per l’ennesima volta quanto sia unica nel fare sue le canzoni mentre l’altra fuoriclasse, Paola Turci, con “Un’emozione da poco”, è un inno all’ eleganza. Ottime le performance di Zarrillo (“Se tu non torni”), Gabbani (“Susanna”), Elodie (“Quando finisce un amore”) e Samuel(Ho difeso il mio amore), mentre non convincono Albano (“Pregherò”) e Sergio Silvestre (“Vorrei la pelle nera”).
Una Lodovica Comello in versione “Broadway” si esalta con “Le mille bolle blu” di Mina, mentre Masini con “Signor Tenente” e Fabrizio Moro con “La leva calcistica del 68” trasmettono sensazioni uniche come solo quelli bravi sanno fare. Alessio Bernabei molto più a suo agio con “Un giorno credi”, ma il premio per la migliore interpretazione, come gli sarà riconosciuto alla fine, va senza ombra di dubbio ad Ermal Meta che canta il dramma di “Amara terra mia” con una sensibilità ed un rispetto da ovazione.
Crozza conferma di essere un mostro di bravura ma l’oscar della serata va ad uno straordinario Mika, vero e proprio showman per completezza e talento: oltre ad un medley dei sui successi più celebri rende omaggio a George Michael con “Jesus to a child”. Bello il monologo sulla paura di Luca e Paolo in collaborazione con una Maria de Filippi sempre più a suo agio tra le braccia di mamma Rai. L’esibizione di Lp precede il verdetto che vede eliminati definitivamente dalla Kermesse le due coppie: Nesli con Alice Paba e Raige con Giulia Luzi.
Come ogni anno, al termine della serata cover, si ha l’impressione che di successi come quelli ascoltati difficilmente se ne avranno in futuro ma è altrettanto vero che la stessa cosa la dicevano i nostri nonni quando iniziavano a sentire i Pooh o i nostri genitori quando, per la prima volta, avevano davanti dei giovani come Masini o Paola Turci. L’unica regola della musica è che non conosce età…