Peppe Iacomini, ex portierone e capitano della Corneto Tarquinia, oltre che appassionato ed esperto spettatore del Festival di Sanremo, torna a scrivere per L’extra e ci dice la sua su quanto di canoro, mondano e spettacolare succede sul palco musicale più famoso d’Italia.
È la penultima serata di un Festival di Sanremo campione di ascolti. Serata a cui la commercializzazione ha tolto un po’ di quella magia per la troppa facilità con cui vengono passate alle radio le canzoni in gara. Qualcuno dice “Se stava mejo quanno se stava peggio” e forse per questa serata hanno ragione. Si è persa con il tempo quell’emozione di voler risentire il pezzo che ci aveva colpito al primo ascolto o il farsi conquistare da chi invece non avevamo capito.
È anche la serata della finale delle Nuove Proposte, concorso che nella storia è stato il lasciapassare al successo per molti cantanti: vince un emozionato Lele davanti a Maldestro in una finale dove anche Giusti con la sua “Universo” forse meritava qualcosa di più.
La gara dei big viene aperta da un Ron che insieme a Zarrillo e Masini dimostrano di essere dei professionisti esemplari e subito dopo inizia la girandola degli artisti in concorso. Mannoia, Moro ed Ermal Meta confermano di essere in assoluto i candidati alla vittoria finale. Il vulcanico Gabbani manda in visibilio il popolo dei social presentandosi sul palco dell’Ariston invertendo i ruoli con il ballerino che lo accompagna e indossando lui il vestito da scimmia. Pezzo virale e contagioso e soprattutto impossibile da non ballare. Lui e Samuel sembrano quelli più a loro agio durante le performance dando l’impressione ad ogni uscita di divertirsi un sacco.
Outsiders una Paola Turci che per bravura deve sempre essere presa in considerazione e un Sergio Sylvestre che potrebbe spuntarla per una voce incredibile nonostante la canzone non entusiasma. Bello il momento in cui ha cantato Bianca Atzei che durante l’esibizione, complice la presenza in platea del fidanzato Max Biaggi, ha talmente sentito il brano da piangere a dirotto. Albano stanca come del resto Gigi D’Alessio e Clementino, mentre Giusy Ferreri e Alessio Bernabei non sembrano completamente a loro agio con le loro canzoni. Michele Bravi cresce serata dopo serata mentre Elodie piace e convince. Eleganti Chiara e Lodovica Comello, ma non sembrano impensierire per il podio.
Per “Tutti cantano Sanremo” spazio a Gaetano Moscato, il nonno-eroe che ha perso l’uso di una gamba durante l’attentato di Nizza, per salvare i nipoti dall’attentato. Tripudio e ovazione per l’omaggio a Giorgio Moroder grazie ad un medley di grandi successi del maestro della disco e dell’elettronica (“Take my breath away”, “Hot Stuff”, “What a feeling”, “Call me”).
Bellissima Marica Pellegrinelli che entra per tre volte e con cui la De Filippi ha giocato fingendo di essere gelosa; torna al Teatro Ariston una Antonella Clerici che dall’emozione non riesce nemmeno ad azionare la fotocamera in modalità Selfie. Applausi carichi di stima e simpatia per il maestro Beppe Vessicchio presente in sala ma grande assente tra i Direttori di orchestra di quest’anno: icona talmente storica che quasi si pensava facesse parte dell’arredamento alla pari dei fiori di Sanremo. Un Crozza meno incisivo del solito lascia la palma della comicità ad una straordinaria Virginia Raffaele che prima nei panni di Sandra Milo e dopo in tutta la sua bellezza diverte e presenta lo show che condurrà su Rai 2.
Al termine della serata vengono eliminati: Giusy Ferreri, che specialmente dal vivo non emoziona, Albano e Gigi D’Alessio, che fanno scalpore ma che effettivamente non erano all’altezza di quelle ancora in gara, e un Ron che avrebbe meritato maggior successo. Qualcuno lo chiama cambio generazionale, altri gridano allo scandalo quando in realtà una finale così incredibilmente giusta forse non si era mai vista.