Riceviamo e pubblichiamo
Probabilmente in questi giorni avrete sentito parlare della lista Amnistia, Giustizia e Libertà promossa dai Radicali Italiani in quanto, tanto per cambiare, siamo stati gli unici che nella nostra Regione abbiamo restituito i fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari del Lazio (360000 euro), chiedendo agli altri di fare lo stesso, inascoltati. Sarebbe stato un bel gesto visto che a conti fatti sarebbero rientrati nelle casse della regione 13 milioni di euro circa…
Siamo anche gli stessi che in sessant’anni di storia non hanno mai avuto implicati in tangentopoli, affittopoli, parentopoli varie e che hanno sempre denunciato ogni truffa a danno dei cittadini come lo scippo del referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti vinto nel 1993, oppure la truffa legalizzata dei “contributi silenti” ovvero tutti quei contributi pensionistici versati dai lavoratori precari, parasubordinati o da coloro che esercitano professioni non regolate da ordini professionali, che non saranno più restituiti al lavoratore; siamo anche gli stessi che hanno combattuto al vostro fianco per rendere l’Italia un paese civile grazie ai referendum sul divorzio e sull’aborto, e che continuiamo a parlare di cellule staminali, eutanasia, testamento biologico, coppie di fatto, di diritti civili e libertà individuali; nella nostra Regione siamo stati gli unici inoltre a combattere per l’approvazione dell’Anagrafe Pubblica degli Eletti, ovvero l’unica vera risorsa per il cittadino, assieme agli Open Data, per controllare sistematicamente l’operato di tutti i politici.
Vi chiederete perché questa volta noi radicali ci presentiamo con una lista di scopo che parla di amnistia: far ripartire il sistema della Giustizia significa anche agire sui 10 milioni di processi arretrati che costano al nostro Paese 96 miliardi di euro in termini di mancata ricchezza (quasi l’1% del Pil italiano); il centro Studi di Confindustria nel 2011 ha stimato che smaltire l’enorme mole di pratiche accumulate frutterebbe alla nostra economia il 4,9% del Pil, ma basterebbe abbatterne il tempo di risoluzione anche del 10% per guadagnare ogni anno lo 0,8% di Pil. Tra l’altro le continue prescrizioni di chi se lo può permettere costituiscono di fatto un’amnistia mascherata che nessuno vuol vedere, in barba ai cittadini comuni ed in barba alle tante vittime di reati gravi che non otterranno mai giustizia.
Non sentirete mai da noi promesse di cambiamento: vi chiediamo il voto, anzi ve lo offriamo, esclusivamente per fare quello che abbiamo sempre fatto: continuare a vigilare sulle istituzioni proprio come hanno fatto i due consiglieri regionali Berardo e Rossodivita che, unici tra tutti, hanno scoperto e denunciato lo scandaloso sperpero dei fondi pubblici nel Lazio che ha fatto cadere la giunta Polverini.
Per quanto mi riguarda, visto che il termine va di moda, mi potete considerare un “consigliere a km 0” che si impegnerà a portare i temi e le problematiche del nostro troppo spesso dimenticato territorio ai professionisti della politica con la p minuscola, quelli che da anni promettono promettono e non cambiano mai. Se non avete ancora le idee chiare, vi invito a riflettere su questo.
David Paparozzi
Candidato della lista Amnistia, Giustizia e Libertà