di Francesco Rotatori
Giovedì 12 marzo gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma hanno inaugurato la collettiva OUTSIDE THE BODY nello spazio espositivo e per workshop della mostra BODY WORLDS, in via Tirso 14.
Fino al 22 marzo sarà possibile visionare in che modo gli allievi abbiano interpretato il tema fondamentale del corpo umano, macchina perfetta, non più tabù, ma ormai quasi del tutto disvelato dalle moderne tecnologie, prima fra tutte la plastinazione di Gunther Von Aghens.
“In questo senso l’interesse che può suscitare oggi negli studenti d’arte una mostra di questo tipo ben si giustifica a fronte del destino che la postmodernità ha riservato al corpo: non più contenitore sacro di un’anima immortale, ma tempio perituro di un’umanità sempre più fragile” scrive Tiziana D’Achille, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, nella presentazione.
Ma quali lavori potrebbero aver pensato, realizzato ed esposto questi studenti?
“Con un’introspezione che guarda all’anima”, commenta Vincenzo Scolamiero, professore di anatomia artistica all’Accademia e organizzatore dell’evento insieme alla Winsor & Newton “gli studenti si sono cimentati in riflessioni artistiche che spaziando nel multilinguismo artistico contemporaneo offrono un interessantissimo spaccato dei diversi modi che hanno gli artisti per comunicare e parlare dell’invisibile attraverso il visibile”.
E proprio di multilinguismo artistico e sperimentazioni tecniche non si può non parlare: si passa dai disegni dei quaderni d’artista realizzati con acquerelli, tempere e acrilici con tanto di guanti con cui munirsi per sfogliarli agli spaccati dei cadaveri plasticati ripresi a grafite, carboncino, sanguigna o realizzate a puntasecca su plexiglass, dalle foto di volti modificati o ritoccati ai più classici “scorticamenti” idealizzati di due capolavori di Caravaggio come se improvvisamente i personaggi si fossero liberati della loro pelle, a due installazioni, di cui una interattiva e richiedente del supporto dei visitatori, alla proiezione di una performance, fino a un box trasparente in cui intravedere in prospettiva i vari livelli corporei di due figure in movimento. E ancora disegni-tra questi alcuni da guardare e rivoltare con le bacchette di legno-, pitture, una scultura di rami associata a una delicata foglia recisa, un carillon musicale, un divertente fumetto, persino una Venere di Willendorf a matrioska.
Visitare questa piccola esposizione permette perciò di aprire la mentalità alle possibilità infinite della contemporaneità e dei giovani che guardano al passato di un corpo morto per cercare il loro futuro e giungere in profondità.