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Riceviamo dal Comitato “Insieme per l’Ospedale di Tarquinia” e pubblichiamo
Tre anni fa, dopo l’inaspettata chiusura del reparto di Ortopedia, nonostante l’unanime riconoscimento di eccellenza regionale, il Movimento “Insieme per l’Ospedale di Tarquinia” iniziava una lunga battaglia per difendere il proprio ospedale. La fine del reparto di Ortopedia aveva dato il via ad un processo di lento depauperamento, che doveva essere contrastato, perchè prima o poi avrebbe reso l’ospedale una struttura sanitaria agonizzante, destinata a finire; sembrava poi una situazione senza colpe e pertanto senza colpevoli. Le responsabilità invece c’erano e ci sono, semmai è da discutere se prevalga la negligenza o l’incompetenza. Questi pensieri sono stati rinvigoriti nel 2023 dalla “cacciata” dello stimato primario di Chirurgia Dott. Pellicciotti.
Veniamo all’attualità: 2025, tra pochi giorni dovrà lasciare per raggiunti limiti di età il Dott. Vannicola, primario di Medicina, stimatissimo da colleghi e pazienti. Il Direttore Generale della ASL non ha provveduto ancora a trovare il suo sostituto. In questa situazione il Comitato che rappresenta il Movimento “Insieme per l’Ospedale di Tarquinia”, sa bene che per la difesa e il rilancio dell’Ospedale risulta decisiva la conoscenza; l’attenzione di tutti va focalizzata sull’informazione.
I silenzi della ASL, a fronte di reiterate legittime richieste di informazioni dovute ai cittadini, sono un indizio inequivocabile di “colpevolezza”. Il Comitato, che rivendica costantemente il diritto della cittadinanza ad essere informata, con una pec appena inviata al Direttore Generale della ASL di Viterbo, dottor Egisto Bianconi, al Direttore Sanitario dell’Ospedale di Tarquinia, dottoressa Bernadette Macchione, e al Presidente della Regione Lazio, avvocato Francesco Rocca, ha chiesto, ai sensi della Legge n. 241 del 7 agosto 1990, dati puntuali per conoscere il numero di medici e infermieri realmente operativi e le ore di servizio effettivamente prestate presso i reparti di Medicina, Chirurgia, Pronto Soccorso e Radiologia.
Intanto il Movimento è cresciuto e, grazie a esperti di organizzazione sanitaria, ha aumentato la propria consapevolezza su quale sanità esigere, sapendo che di fronte a patologie serie la sanità privata, che troppi politici agevolano devastando quella pubblica, è sempre assente. Gli esperti ci dicono che l’Ospedale di Belcolle versa in uno stato critico, sia come servizio sanitario, che come funzionalità dell’edificio, frutto di assoluta incompetenza, che costringe il personale sanitario a spostamenti interni di routine che durano fino a 20 minuti; se gli ospedali periferici non verranno organizzati e gestiti bene e con competenza Belcolle potrebbe collassare.
Questo significa che l’Ospedale di Tarquinia, dotato dei reparti previsti per legge con adeguato personale sanitario, è sì un diritto dei Tarquiniesi e del bacino locale servito, ma anche una necessità strutturale per la sanità della Tuscia. Su questi temi è in fase di organizzazione un’assemblea del Movimento, durante la quale si decideranno le prossime azioni di difesa.
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