Riceviamo dal Comitato Insieme per l’Ospedale di Tarquinia e pubblichiamo
Riassunto delle puntate precedenti: gente che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di ciò che fa o non fa, sta realizzando la chiusura strisciante dell’Ospedale di Tarquinia.
I fatti parlano da soli: nell’arco di pochi mesi tra inizio e fine 2023 abbiamo assistito al metaforico suicidio di due bravi medici che hanno lasciato l’Ospedale tarquiniese per disperazione. Medici che tenevano dignitosamente in vita, vale a dire all’altezza della fama che da decenni li contraddistingue, i reparti di Ortopedia e Chirurgia di Tarquinia. In entrambi i casi è stata sufficiente l’inerzia della ASL, che nel caso di Ortopedia non ha consentito al Dott. Melaragni di continuare a operare ed impiantare protesi per soddisfare le esigenze di salute di tanti pazienti che si rivolgevano al suo reparto, un’eccellenza costruita nel tempo da generazioni di ortopedici; oggi Ortopedia di fatto è chiusa.
Riguardo al Dott. Pellicciotti, primario di Chirurgia nonché direttore sanitario, la ASL si è dimostrata sorda alla richieste di personale in affiancamento. Appena andato via e con grande solerzia la ASL lo ha immediatamente sostituito nel ruolo di primario di Chirurgia ed ha nominato un direttore sanitario: il dottor Pellicciotti aveva a lungo rivestito entrambi i ruoli, con il relativo sovraccarico di lavoro e responsabilità, ma nonostante le ripetute richieste non aveva mai ottenuto risposta.
Il Movimento insieme per l’Ospedale di Tarquinia è nato a inizio 2023, perché in quel momento i segnali di una chiusura per inedia si sono manifestati con tutta evidenza. Agli aspetti critici della mancanza di personale, si sommano le preoccupazioni per gli annunci ripetuti e ripetuti di somme stanziate, con il chiaro intendimento di dimostrare che vi è attenzione per l’Ospedale di Tarquinia.
Precisiamo che si tratta di somme destinate a interventi sull’edificio e acquisto di attrezzature, sempre benvenuti, ma che non risolvono l’emergenza che ha portato alla chiusura dei reparti, ovvero la mancanza di personale. Noi che ci battiamo per salvare l’ospedale abbiamo l’obbligo di porre attenzione a tutto quello che viene detto o fatto su di esso. Così ci accorgiamo che la somma stanziata di € 4.150.889,45, annunciata a marzo 2023 dall’allora Direttore Generale facente funzioni Dott.ssa Antonella Proietti per un nuovo pronto soccorso e nuove sale operatorie, dati come imminenti dalla dirigenza ASL, non è stata ancora spesa e non sappiamo se sia ancora disponibile.
Il dubbio è lecito, perché alla mancata esecuzione di quei lavori, si aggiunge il recente annuncio della
Regione di aver assegnato all’Ospedale di Tarquinia 2 milioni 316 mila 780 euro, in vista del giubileo del 2025, per interventi di manutenzione straordinaria e potenziamento delle attrezzature elettromedicali del pronto soccorso. E siccome le parole parlano, fare la manutenzione significa intervenire sull’esistente, altro che nuovo pronto soccorso! Anche se poi si trattasse di un nuovo pronto soccorso, che fine hanno fatto le nuove sale operatorie (e relativa somma stanziata)?
Significa che i fondi annunciati si sono ridotti e l’intervento sarà limitato al solo pronto soccorso, o peggio non ci sarà neanche un nuovo pronto soccorso, come annunciato, ma solo un adeguamento dell’esistente?
Intanto la ASL continua a non rispondere alle richieste legittime dei cittadini di voler sapere per comprendere, con domande puntuali che restano senza risposta. Ricordiamo al Commissario Straordinario della ASL, Egisto Bianconi, che ai cittadini riuniti in un movimento le risposte sono dovute, per diritto e per rispetto.