Riceviamo dal Comitato per l’Ospedale di Tarquinia e pubblichiamo
Se non fosse che c’è di mezzo la salute di tutti noi cittadini, verrebbe da ridere per quello che la ASL e il suo Commissario Straordinario Egisto Bianconi riescono a fare senza pudore tra le mura dell’ospedale di Tarquinia, eccellenza in varie aree specialistiche fino a poco tempo fa e ora ridotto a un deserto.
Andiamo con ordine: lunedì la ASL ha chiuso gli ambulatori di Medicina generale dell’ospedale di Tarquinia. Giovedì, tre giorni dopo, la stessa ASL ha comunicato che “si è provveduto a riattivare tutti gli ambulatori afferenti alla unità operativa di Medicina generale dell’ospedale di Tarquinia, la cui attività, solo nei primi giorni della settimana corrente, era stata temporaneamente sospesa a causa di una problematica straordinaria e non prevedibile”. Quindi, dopo che lunedì la ASL ha chiuso improvvisamente gli ambulatori lasciando sgomenti decine di pazienti, che hanno ricevuto laconiche telefonate per la mancata prestazione sanitaria, giovedì li ha riaperti e non ha sentito il bisogno di dare spiegazioni e chiedere scusa ai pazienti, no, ha pensato solo alla “trovata” di esaltare il proprio operato.
Scrive la ASL: “Prontamente, la direzione sanitaria aziendale e la direzione sanitaria di presidio si sono attivate per risolvere tale criticità contingente, individuando la soluzione organizzativa idonea per la pronta riapertura degli ambulatori.” E lo scrive per aver risolto quello che chiama “una problematica”, ma che in realtà è stata una dilettantesca negligenza: la problematica straordinaria e non prevedibile era tutt’altro che straordinaria e imprevedibile ed è consistita nel fatto che uno dei soli 5 medici rimasti a portare avanti, con turni massacranti, l’intero reparto di medicina e gli ambulatori ha un problema temporaneo di salute.
Questo è un evento ordinario, che non ha nulla di straordinario. L’unica cosa straordinaria è che quei 5 medici abbiano ancora lo spirito di abnegazione necessario per resistere. Ma per quanto?
Purtroppo però al movimento che si batte a difesa dell’ospedale di Tarquinia non hanno fatto male solo le mancate scuse della ASL e il cinismo della sua comunicazione. C’è dell’altro. Il commissario, che non risponde alle nostre richieste di incontrarlo per parlare delle numerose criticità del nostro nosocomio, è venuto personalmente e si è fatto fotografare davanti all’Ospedale, al compimento dell’impresa della riapertura degli ambulatori, della cui chiusura la ASL era stata l’unica responsabile. Alle molte domande già fatte al dottor Bianconi, e tutte rimaste senza risposta, se ne aggiunge un’altra: quanti dei 6 medici che verranno assunti tra un po’ di mesi per “potenziare adeguatamente le unità di Medicina generale di Tarquinia, Civita Castellana e Belcolle, tutte accomunate dalla medesima esigenza” saranno destinati esclusivamente a Tarquinia e non “a mezzo servizio”?