Dopo una settimana circa di silenzio, dopo le dimissioni da direttore sanitario dell’ospedale di Tarquinia, parla il dottor Antonio Pellicciotti, che in una lettera spiega i motivi che lo hanno portato a lasciare l’incarico nel nosocomio della città in cui ha scelto di trasferirsi e vivere, gli stessi comunicati alla ASL di Viterbo rimettendo il mandato.
“Scrivo queste righe per la necessità che sento di fare chiarezza, sia in riferimento alla mia decisione che a quanto rispetto a essa si è detto o scritto nei giorni successivi. – le parole d’esordio di Pellicciotti – Innanzitutto intendo chiarire un aspetto: le mia scelta di presentare le dimissioni da dipendente della ASL Viterbo non nasce da motivi economici, opportunistici o politici, ma si fonda su una scelta idealistica: quella di voler dire basta alla costante, crescente carenza di personale chel’UO Chirurgica Generale del PO di Tarquinia – e chi l’ha diretta – ha dovuto affrontare in questi anni. All’impossibilità, nonostante le richieste per iscritto di integrazione di personale medico, di avere a disposizione un numero adeguato di dirigenti medici tale da permettere di strutturare un orario di lavoro idoneo a coprire i turni di servizio e reperibilità nel rispetto delle norme vigenti”.
“Per meglio far comprendere la situazione, – prosegue Pellicciotti – il sottoscritto – per garantire senza interruzioni il servizio di chirurgia d’urgenza h24, nonostante la più volte segnalata carenza di personale – si è sottoposto a un numero di turni di servizio e reperibilità, notturna e diurna, tali da accumulare un credito orario di 585 ore e un numero di ferie non godute pari a 244 giorni. Il tutto, peraltro, senza alcun riconoscimento economico. Una situazione insostenibile dal punto di vista fisico, umano e personale, che peraltro non garantiva la piena sicurezza di pazienti e personale”.
“Una condizione nonostante la quale – specifica l’ex direttore sanitario – l’Unità Operativa Chirurgica nel PO di Tarquinia da me diretta ha raggiunto, nel 2022, secondo i report forniti dell’Azienda, ottimi risultati con notevole incremento dell’attività chirurgica”.
La chiusura di Pellicciotti è rivolta agli utenti del territorio che della struttura tarquiniese hanno usufruito in questi anni. “Credo sia giusto condividere tutto ciò con la popolazione a cui l’Ospedale di Tarquinia ha, in questi anni, cercato di dare risposte e assistenza, nonostante le difficoltà e anche nel durissimo periodo della pandemia. Vicende che hanno generato una pressione enorme sul sottoscritto, tali da costringermi all’assunzione di una terapia cardiologica. Tanto, credo, dovessi ai cittadini di un territorio che ho scelto come luogo di residenza, e nei confronti del quale credo di aver profuso tutto l’impegno che potessi mettere in campo: sino a una scelta, oggi, che come ribadisco si fonda solo sul rispetto della dignità della struttura, degli utenti e mia personale”.
Una lettera che smentisce, quindi, le voci di dimissioni legate a altri incarichi e rilancia il dibattito sulla struttura tarquiniese e le sue carenze, più volte sottolineate in questi mesi dai cittadini organizzatisi in comitato spontaneo per la difesa del nosocomio. In quest’ottica cresce ulteriormente l’attesa per la manifestazione del prossimo 16 dicembre che, dopo quella della scorsa primavera, riporterà in piazza i cittadini per chiedere lumi sui progetti futuri per l’ospedale di Tarquinia.