Riceviamo dalla Guardia Costiera di Civitavecchia e pubblichiamo
Prosegue l’attività della Guardia Costiera di Civitavecchia in materia di controllo della filiera della pesca e tracciabilità dei prodotti, a tutela della risorsa ittica e dei consumatori.
Con l’approssimarsi del periodo delle festività natalizie e con il conseguente incremento della domanda di prodotti ittici, nel corso dell’operazione denominata “Atlantide”, disposta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera e finalizzata a contrastare l’inevitabile incremento del rischio a cui è esposto il consumatore finale nell’acquisto di prodotti ittici, le attività di controllo della Guardia Costiera di Civitavecchia hanno riguardato diverse attività commerciali di vendita sia all’ingrosso che al dettaglio di prodotti ittici, nonché punti di sbarco, pescherecci e pescatori non professionali, all’esito delle quali i militari hanno riscontrato varie irregolarità, riguardanti la presenza di rilevanti quantitativi di pesce scaduto, la mancanza delle informazioni obbligatorie in materia di tracciabilità ed etichettatura, la pesca di specie ittiche oltre il limite consentito.
L’attenzione dei militari della Capitaneria di porto di Civitavecchia si è focalizzata anche sui territori interni di propria giurisdizione, operando controlli nelle provincie di Viterbo e Terni. Il bilancio dell’attività ispettiva riporta l’elevazione di sanzioni amministrative per un totale di circa 42.000 euro, con il sequestro di oltre 6 tonnellate di prodotto ittico.
In particolare, in provincia di Viterbo, presso un centro di trasformazione e commercio all’ingrosso di prodotti ittici sito nel comune di Montefiascone, il personale della Capitaneria di porto di Civitavecchia ha proceduto al sequestro di oltre 15.000 confezioni di prodotti ittici vari, per un totale di circa 5 tonnellate, scaduti o con provenienza ignota e, pertanto, non commercializzabili.
Inoltre, la continua attività di vigilanza volta al contrasto del fenomeno della pesca di frodo del riccio di mare, ha portato i militari ad individuare 8 pescatori subacquei abusivi, provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia, fermati e sanzionati sul litorale dei Comuni di Santa Marinella e Tarquinia dopo diverse ore di appostamento.
Oltre all’attrezzatura utilizzata, sono stati sequestrati più di 15.000 esemplari di riccio di mare che, ancora vivi e vitali, sono stati rigettati in mare aperto dalla Guardia Costiera e restituiti quindi al proprio delicato ecosistema. L’attività di contrasto a tale deprecabile fenomeno ha portato all’elevazione di 16 sanzioni amministrative nei confronti dei pescatori subacquei, per un totale di 39.000 euro.