Riceviamo e pubblichiamo
Il fronte del No che ha vinto il referendum costituzionale è fatto di persone molto diverse tra loro: era chiaro che Salvini, Meloni e Grillo avrebbero provato a mettere il cappello sulla vittoria. Ma la verità è che nessun politico può intestarsela. Chi ha votato NO ed ha vinto, sono prima di tutto cittadine e cittadini italiani disoccupati, giovani (81%) in cerca di futuro, l’Italia impoverita, a cui il Governo Renzi non ha saputo dare risposte. Un Governo che doveva cambiare verso e non c’è riuscito, perché preda delle larghe intese, dei Verdini e degli Alfano di turno, che tra voucher e trivelle perdeva piano piano la strada disegnata nel suo stesso programma elettorale del 2013.
Nel fronte del No c’è chi ha votato nel merito e senza paura, chi ha considerato la riforma un tentativo pasticciato di cambiamento, le cui mediazioni (con la destra tral’altro), ne avevano snaturato la possibile matrice di avanzamento. C’è chi, dentro e fuori il Partito Democratico, ha avuto il coraggio di opporsi perché ha capito che stava avvenendo qualcosa di grave: il combinato disposto di riforma costituzionale e legge elettorale avrebbero costruito un sistema con un capo solo, pericoloso e pericolosamente a misura di chi sarebbe venuto dopo. Non è per nulla un caso, che Grillo adesso faccia pressioni per andare a votare proprio con l’Italicum, l’altra esatta metà del disegno renziano, una legge elettorale che potrebbe essere addirittura dichiarata incostituzionale. A loro, a chi ha votato “no” senza lasciare alla destra ed al populismo il campo dell’alternativa, di un mondo diverso e possibile, va il mio ringraziamento. Ho votato con loro, ed è con chi non ce la fa più, con chi non arriva a fine mese, che abbiamo vinto.
Eppure so bene che esiste un popolo del Sì che non si riconosceva nel renzismo e che non voleva lasciare il Paese in una possibile instabilità, né tantomeno alle destre ed all’improvvisazione pentastellata. So bene quanto conti in politica la voce della responsabilità. A tutte e tutti loro, vorrei stringere la mano, e dire che non verranno lasciati soli a combattere contro un Berlusconi redivivo, contro i leghisti dei muri e dei fili spinati, contro un M5S che di democratico non ha nulla e risponde alla sola voce del capo. Questo è il momento di ritessere le fila di una sinistra credibile, aperta e progressista. Una sinistra rinnovata, che riparta dagli ultimi senza arroganza e con l’umiltà di chi deve ritrovare il suo popolo. Questo è il momento di riprendere la lotta contro la precarietà, il razzismo diffuso, le strategie della paura, le regressioni nazionaliste. Ed è il momento di farlo insieme, valorizzando le differenze. Ripartiamo da qui, a partire da quei territori bellissimi che governiamo o dove insieme ci opponiamo, e che insieme possiamo e riusciamo a trasformare.
Giulia Ragonese
Presidente del Consiglio comunale di Vetralla