“Per noi è fondamentale avere chiaro ciò che ci aspetta, e questi chiarimenti arriveranno il 3 maggio. Quel giorno, in un senso o nell’altro, capiremo di più e per noi sarà fondamentale, perché dobbiamo delle risposte ai clienti che ci chiamano e vogliono sapere. E sono tanti, utenti di Tarquinia o che hanno casa qui, che amano questa città e sono innamorati di questo mare”: a parlare è Marzia Marzoli, titolare dello stabilimento balneare Il Tibidado e rappresentante del SIB Tarquinia, all’indomani dell’ordinanza regionale che consente ai gestori delle strutture balneari e dei campeggi di accedere alle attività per opere di manutenzione e vigilanza (che il Sib ha commentato con una nota alla stampa).
Una buona notizia, o no? “La verità – risponde Marzia – è che l’Italia è divisa in regioni, non solo geograficamente ma anche con differenza nelle decisioni. È vero che il confronto è a livello nazionale, con i DPCM, ma poi le scelte cambiano a livello regionale: Liguria, Abruzzo, Emila Romagna o Veneto ad esempio hanno preso per buono il decreto per quanto riguarda l’autorizzazione a raggiungere le attività e hanno chiarito anche il concetto di allestimento della spiaggia. Ora arriva anche da noi la possibilità di lavorare all’interno delle strutture, ma è necessario per noi avere ulteriori chiarimenti su quanto ci aspetta nei mesi prossimi”.
Ma la disposizione regionale può entrare in conflitto con l’ordinanza sindacale che impedisce l’accesso a Tarquinia Lido? “Non credo: l’ordinanza del sindaco che vieta l’accesso al Lido è rivolta ai cittadini. La notizia giunta ieri dalla Regione riguarda il personale che opera nella manutenzione e vigilanza delle aziende, e saremo comunque sottoposti al controllo dell’autocertificazione ai posti di blocco. Per noi è un provvedimento importante, e anche per tutto il personale assunto per la manutenzione. Semmai delle riflessioni vanno fatte sull’altra ordinanza, quella dell’agricoltura a scopi amatoriali: lì sì si sdoganano tanti movimenti”.
Ma provando a fare ipotesi sul futuro, con quali prospettive un gestore si approccia alla stagione balneare in mezzo alle problematiche del contagio? “Da questo punto di vista, parli con la persona più ottimista che ti potesse capitare: – risponde Marzia – e a me fan coraggio anche i colleghi, quelli in Puglia ad esempio, che dicono saranno pronti già dal 4 maggio. In più, anche i clienti fanno sentire il desiderio di esserci: non ne possono più, e a inizio maggio anche l’isolamento casalingo credo possa venir rivisto. Poi, è chiaro, tutto dipende da cosa sceglierà di fare il Governo, ma certo noi non possiamo consegnare il sole a domicilio!”.
“Se stiamo facendo una valutazione del mancato guadagno? Per ora, devo essere sincera, la clientela non mi ha disdetto nemmeno un ombrellone, ma ti ripeto: dobbiamo attendere le disposizioni dell’autorità sanitaria su come e quando ripartire. Possono arrivare buone notizie oppure notizie pessime, di certo sappiamo che ci saranno situazioni nuove e complesse da gestire, ma adesso ci serve di capire cosa dobbiamo dire ai clienti: per noi l’interesse è tutto nel capire che strada vuole prendere il Governo in tal senso. E lo stesso vale per le richiesta ad esempio al Comune: tutto è legato a tempi e possibilità di ripartenza. Certo, se la stagione va in malora, andranno fatti ragionamenti sui tributi ad esempio, ma per parlarne ci servono certezze su quello che accadrà”.
C’è possibilità che qualche attività non apra affatto i battenti, questa estate? “Certo, se le misure fossero troppo stringenti, c’è anche la possibilità che qualcuno non apra, sulla scia di quanto hanno annunciato alcuni ristoratori a Firenze. Non sarà magari un problema che riguarda Tarquinia, che ha abbastanza spiaggia per garantire comunque le distanze, ma penso a realtà che hanno poca spieggia e che avranno problemi”.
“Stiamo facendo rete? Per ora siamo in attesa di capire cosa ci aspetta. Ma sì, qualcosa si è mosso, ad esempio con tutta una serie di progetti portati avanti con Terziario Donna e Confcommercio per stimolare la ripartenza, quando ci sarà. Inutile negare che abbiamo fatto investimenti: eravamo aperti, avevamo lavorato sulla destagionalizzazione e fatto progetti, ma piangere adesso è prematuro. Aspettiamo notizie e ragioniamo, sapendo che la spiaggia è il primo step fondamentale. Una volta avviata quella, lavoreremo anche sulle scelte da fare per il bar e il ristorante, che presenteranno altre grosse problematiche. Di certo c’è una cosa: le attività economiche sono stato, sono e saranno eroiche per il modo in cui stanno affrontando i danni derivanti da questa crisi che davvero era impensabile”.