Riceviamo e pubblichiamo
Domani, Venerdì 30 settembre ore 18:00, presso il complesso monumentale San Sisto si terrà la presentazione del libro”No, caro Matteo”. Una lettera aperta di un sindaco deluso dal “sindaco d’Italia”, al tempo del Referendum costituzionale e della protesta globale nelle città e in Europa.
La fiducia del cittadino per le istituzioni può ripartire solo da qui: dal Comune. Dal rapporto con il sindaco. A condizione che il primo cittadino non venga trasformato in sceriffo di Nottingham, incaricato di imporre tasse sempre più alte , non per dare servizi migliori agli abitanti della sua città, ma per colmare il debito dello Stato. È quello che negli ultimi anni è stato chiesto si sindaci d’Italia. Proprio da chi si presentava come “Sindaco d’Italia”, Matteo Renzi, a capo di un governo che ha promosso una riforma costituzionale che sancisce la fine dell’autonomia locale e della responsabilità delle amministrazioni locali.
Ai comuni è stato chiesto di tagliare e tassare. Tagliare i bilanci, quindi i servizi, e di aumentare le tasse locali, da riversare nel bilancio dello Stato. In questo percorso il Governo Renzi ha seguito e perfezionato il disegno del Governo Monti.
A tal proposito Il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, ha scritto una lettera aperta al premier che, da “Sindaco d’Italia” è diventato “sindaco pentito” e forse anche per questo è stato sconfitto alle ultime elezioni amministrative. Una lettera aperta di grande attualità politica nel tempo della rinascita dei localismi in Europa e alla vigilia del referendum costituzionale, che in Italia, se approvato, metterebbe una pietra tombale sul principio di sussidiarietà, sull’autonomia locale e sulla responsabilità di chi governa le nostre città.
Sergio Caci