Ricevo e, volentieri, pubblico
Caro Stefano,
dopo aver letto alcuni dei numerosi interventi che si sono susseguiti sull’anticipo del consueto commento settimanale del campionato juniores, ritengo opportuno astenermi dal render conto di quanto è successo a Civitavecchia. Tu mi conosci oramai, e sai che non mi sottraggo al dovere di commentare anche sconfitte o, comunque, brutte partite, ma ritengo che il clima eccessivamente e anormalmente polemico e fazioso che si è creato attorno a questi ragazzi vada ricondotto ad equa dimensione.
In pari tempo, sono consapevole dello spirito sportivo con il quale tu hai concepito insieme a Marco, questo spazio di civiltà e, al tempo stesso, di libertà. Non voglio essere proprio io, fomentando ulteriori polemiche sterili, a tradire tale spirito e credo che l’unico commento che non stride in questo momento, che è delicato, inutile negarlo, sia il silenzio.
Ci sono stati fin troppi depositari di verità e di certezze, troppi professori, troppi allenatori, troppi taumaturghi e, purtroppo, anche troppi genitori; io voglio seguire il consiglio di Alfred Tennyson: “Tieniti sul lato più luminoso del dubbio”
E voglio aspettare, sperare in un pronto riscatto di questi ragazzi che meritano rispetto ma, innanzi tutto, sono creditori verso di noi di un “tifo” sano, sereno, pronto a cogliere ciò che di buono esiste anche nelle sconfitte e, forse, soprattutto in quelle.
“Il calcio è allegria” ha detto una persona che stimo e di allegria in questa ultima settimana ne ho vista talmente poca, da restare senza parole, anzi, senza commenti. Mi scuso con te e con i lettori.
Con affetto.
Leo Abbate
“Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo” – Jim Morrison