Riceviamo da Next Etruria e pubblichiamo
Il 2022 per il Comune di Tarquinia è iniziato con la discussione del PGTU (piano generale traffico urbano), per il quale, anche se con il minimo impegno, il Comune ha previsto la realizzazione di alcune piste ciclabili per incentivare una mobilità sostenibile.
Queste nuove proposte ci hanno fatto ben sperare, quasi illudere, che finalmente anche a Tarquinia si iniziasse a parlare di percorsi ecosostenibili accompagnati da una svolta green della politica locale. Tuttavia dobbiamo scontrarci nuovamente con la realtà dei fatti e se il Comune da un lato pone nel PGTU la realizzazione delle piste ciclabili dall’altro ha smantellato un’area verde esistente per realizzare un parcheggio per auto di fronte all’ospedale di Tarquinia.
Come se non bastasse questo cantiere è iniziato a pochi giorni dall’abbattimento, nella zona di Tarquinia Lido, di numerosi alberi di pino presenti sul territorio comunale da svariati decenni e che, nel loro piccolo, hanno nel tempo migliorato la qualità dell’aria e ridotto attivamente l’inquinamento atmosferico, acustico e donato riparo nelle calde giornate estive.
Se il Comune di Tarquinia ha deciso di investire sulla mobilità sostenibile per contenere gli impatti ambientali allora perchè abbattere svariate unità di alberi? Era così inevitabile? Ed infine perché smantellare un area verde per creare l’ennesima colata di cemento per le auto? In tutte le città progressiste si parla di decementificazione per rigenerare la natura nei contesti urbani ed abbattere le “isole di calore” ma a Tarquinia purtroppo sembra ancora utopia.
Non sappiamo se l’amministrazione comunale di Tarquinia abbia veramente deciso di essere amica dell’ambiente o se dietro la pubblicità di una politica sostenibile si nasconda un’evidente voglia di rimanere ancorati alle abitudini del passato o meglio su posizioni superate dalla storia. E nel mentre ci chiediamo se al Lido verranno ripiantati nuovi alberi che almeno recuperino i benefici ambientali persi di certo abbiamo ben compreso che la politica dell’amministrazione comunale preferisce una città amica del cemento piuttosto che una città che abbraccia l’ambiente ed il futuro.