Si chiude sabato 9 febbraio, alle ore 17.00, nella Sala Sacchetti, il ciclo di presentazioni librarie curate dalla STAS con il supporto del MIBAC, con la presentazione del testo di Adolfo Rossi, “Nel regno di Tiburzi”, a cura di Giuseppe Bellucci.
Nel 1893, Adolfo Rossi, giornalista tra i più accreditati del suo tempo, in occasione della celebrazione del processo a carico dei manutengoli di Domenico Tiburzi, venne inviato come reporter in Maremma sulle tracce del brigante cellerese e dei suoi sodali. Alternò la partecipazione alle udienze, che si svolgevano a Viterbo, con uscite sul campo (tra Cellere, Farnese, Ischia di Castro, il Lamone) tese a realizzare interviste, a raccogliere voci, umori, sensazioni. Le corrispondenze inviate al suo giornale nello stesso anno vennero accorpate e pubblicate in questo volume. L’occasione fu propizia al Rossi per esplorare i luoghi che ancora proteggevano il più famoso brigante maremmano, restituendoci così un quadro puntuale delle condizioni socio-culturali della vita nelle campagne tra Lazio e Toscana alla fine del XIX secolo. Il testo del 1893, benché rappresenti un caposaldo per la conoscenza del brigantaggio, conteneva diverse imprecisioni alle quali si è cercato di sopperire inserendo, in questa nuova edizione, un apparato critico puntuale ed esaustivo, ad opera di Giuseppe Bellucci. Come si viveva in Maremma alla fine dell’800? Perché si diventava briganti? Chi furono i briganti più famosi? Come lo Stato riuscì a venirne a capo? Verrà data risposta a questi e altri interrogativi. Le appendici inserite nel testo sono di Samuele De Santis, avvocato che ha analizzato le fasi processuali, e Donatella Arduini, psicoterapeuta che offre un quadro preciso della personalità di Tiburzi. Interverrà anche Gianpaolo Serone per le Edizioni ArcheoAres.