Riceviamo e pubblichiamo
La giornata di sabato 28 settembre 2013 ha registrato il successo di due iniziative realizzate presso la Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia”, (VT), promosse dal Corpo forestale dello Stato ed aventi valore naturalistico e culturale per l’area protetta ed il territorio che la ospita.
Nella mattina del 28 settembre 2013 la Soprintendenza dei beni archeologici dell’Etruria meridionale ed il Corpo forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Roma, rappresentate rispettivamente dalla Dott.ssa Gabriella Scapaticci e dalla Dott.ssa Lorenza Colletti, hanno presentato al pubblico l’accordo di collaborazione tra il CFS e la Soprintendenza recentemente sottoscritto e volto a tutelare, gestire e valorizzare l’area archeologica di Gravisca.
La Dott.ssa Scapaticci ha evidenziato come questo accordo abbia già dato i suoi frutti in termine di visibilità e leggibilità del sito e che verrà seguito da ulteriori attività congiunte volte a migliorarne fruibilità turistica e conservazione: la Dott.ssa Colletti ha, inoltre, ricordato come natura ed arte rappresentino un connubio perfetto, soprattutto nel caso della Riserva nata nel 1980 su un ex impianto per la produzione del sale ed avente una storia ed un’importanza millenaria.
Alla presentazione, il cui cuore è stato rappresentato dalla descrizione del sito effettuata dal Prof. Lucio Fiorini, dell’Università degli Studi di Perugia e responsabile della campagna di scavi nell’area di Gravisca, era presente anche il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola. Presenti anche rappresentanti del gruppo di protezione civile comunale. Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le varie realtà istituzionali esistenti sul territorio e l’importanza della valorizzazione e promozione del grande patrimonio archeologico della città per un suo sviluppo sostenibile mentre il Prof. Fiorini ha guidato i presenti nella visita del sito, porto con santuari greci fondato nel VI secolo a.C. poi passato sotto influenza etrusca ed infine romana, la cui particolare valenza storica è attestata anche da recenti e preziosi ritrovamenti archeologici ritrovati nel sito durante il mese di settembre e che verranno presentati al pubblico in seguito.
L’area archeologica è entrata così con successo nella sfera di influenza della prospiciente Riserva naturale delle Saline, che nel pomeriggio della giornata stessa è stata visitata dal direttivo nazionale dell’associazione ambientalista “Fare Verde”: la folta delegazione era guidata dal presidente Massimo De Maio e dal responsabile tarquiniese Silvano Olmi, sul posto per una riunione presso la vicina sede dell’associazione AVAD. Durante una pausa dei lavori gli intervenuti sono stati accolti dal personale del Corpo Forestale dello Stato dell’UTB di Roma, in particolare dalla dott.ssa Colletti e dal Comandante del posto fisso delle Saline assistente Capo Decimo Rosi.
I partecipanti hanno così potuto ammirare la bellezza della riserva naturale, i risultati del lavoro quotidiano del personale dell’UTB di Roma volti ad esaltarne gli aspetti naturalistici e la presenza di numerosi esemplari di uccelli migratori e stanziali, tra i quali anche un gruppo di fenicotteri, Hanno anche potuto constatare il permanere della minaccia dell’erosione marina, che continua a ridurre l’ampiezza della spiaggia prospiciente alla Riserva e per la quale il locale personale forestale si sta facendo promotore di iniziative strategiche presso i competenti uffici della Regione Lazio.
Al termine della visita i partecipanti sono stati omaggiati della tessera “Cercatori di Riserve”, iniziativa del CFS volta a promuovere la visita della sua rete di 130 riserve naturali statali attestata dall’apposizione di un particolare timbro. Quello delle Saline di Tarquinia, un’anatra stilizzata liberamente ispirata ad un vaso etrusco, intende rappresentare la sua duplice valenza quale oasi di ripopolamento animale e di sito avente una variegata importanza storico-archeologica.