(s.t.) Un esposto indirizzato al Prefetto d Viterbo, alle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia e Perugia ed al Comando stazione dei Carabinieri di Tarquinia: dopo averla annunciata, a caldo, nei minuti subito successivi la sconfitta al ballottaggio del 9 giugno scorso, Gianni Moscherini lancia la propria battaglia sulla contestazione del risultati del secondo turno elettorale, quello che ha eletto Alessandro Giulivi sindaco di Tarquinia.
La contestazione di Moscherini tocca, in particolare, il tema dell’allontanamento da alcuni seggi elettorali dei rappresentanti di lista nei minuti a cavallo della chiusura delle urne, ma anche alcune presunte irregolarità nel metodo usato da alcuni presidenti nello spoglio delle schede.
“Ma perché dovremmo stare zitti? – dice in proposito Moscherini – Noi vogliamo solo la verità. Ho il diritto di sapere se è lecito che i rappresentanti di lista siano stati allontanati? Il mio gruppo ed io vogliamo sapere se è possibile: secondo chi abbiamo interpellato no. E perché allora è stato fatto?”
“Chiediamo una risposta formale alle domande che avevamo posto già all’esterno dei seggi. – spiega Moscherini – Mi auguro, naturalmente, che sia stato tutto regolare, e tranquillizzo chi si preoccupa che io non accetti la sconfitta: anzi, mi fa piacere dimostrare come io sappia accettarla, affermando pubblicamente che non farò come Giulivi. Io non sparirò, resterò qua in consiglio comunale, mi batterò per l’applicazione della legge 28/80 e farò denunce circostanziate su ogni ambito, dai rifiuti a Talete”.
“Per cui confermo che farò un’opposizione seria, responsabile, dura e coerente – continua – aggiungendo che vorrò anche divertirmi a farla. E su una cosa voglio essere chiaro: non mi ricandiderò più. Il mio treno a Tarquinia è stato un treno di fatti e professionalità, che ho messo a disposizione. Ma è passato due volte, non tre. Però ho un debito di riconoscenza verso chi ha fatto delle battaglie al mio fianco, devo garantire loro la mia presenza, anche per tutelarli”.
A partire da San Giorgio. “Avessi potuto essere presente al primo consiglio – spiega – avrei detto grazie alla Madonna di Valverde per averci liberato dal Commissario. Sono arrivati 150 ordini di demolizione a San Giorgio: ma prima di demolire, sono andati a fare la verifica di come sono accatastate le ville di Marina Velka? Non era meglio iniziare da lì? Ma a sanare, non a penalizzare: partendo dai più ricchi, poi si scendeva verso i più poveri. Ad ogni modo, noi continueremo a parlare di 28/80: qui quella si deve applicare”. Poi sul bando dei rifiuti: “Un commissario straordinario disponde un bando per cinque anni più due? – le parole di Moscherini – Dovremo seguire con attenzione questa vicenda”.
Poi una riflessione politica: “Mi fa piacere aver riverificato dalle cronache del consiglio comunale che Conversini è persona per bene, onesta e per i cittadini: ha sollevato un problema che avevo già sollevato in campagna elettorale. Presenterò un quesito alla presidenza del consiglio ed al ministero per chiedere se è possibile che il sindaco proprietario di un impresa possa nominare negli organi apicali del funzionamento del consiglio due suoi dipendenti. Ritengo ci siano ragioni più che sufficienti perché si dimetta e se ne vada, a meno che cambi e ci metta qualcuno di prestigio, come ad esempio, Conversini, persona di garanzia per maggioranza e minoranza. Così non è accettabile: che dice l’altro scienziato della politica di Celli? Non gli interessa niente di questo fatto?”