Riceviamo dal Sindaco di Monte Argentario e pubblichiamo
Sono trascorsi ormai 15 mesi, pesantissimi, da quando, almeno in Italia, ha cominciato a propagarsi il famigerato virus Covid19. Approfondimenti successivi avrebbero addirittura individuato nel novembre del 2019 la prima presenza dello stesso virus sul nostro territorio nazionale. E’ comprensibile che dopo un così lungo periodo di restrizioni imposte dalle circostanze, dopo un così elevato numero di contagiati, di ospedalizzati in reparti di malattie infettive, di ricoverati in terapia intensiva e, disgraziatamente, di così tanti decessi, ci sia tra la popolazione un diffuso senso di stanchezza e smarrimento. Il relativo rispetto delle regole raccomandate ha contribuito certamente alla diffusione pandemica così come, forse, alcune incertezze e nella imposizione di restrizioni più stringenti. Le ragioni di carattere sanitario si sono scontrate, e continuano a scontrarsi, con quelle di natura economica e sociale. Farle condividere o conciliare non è sicuramente facile ed il risultato finale non poteva che essere quello che è stato : convivere nella maniera più razionale possibile con il virus in attesa che la tanto agognata campagna vaccinale possa sortire i suoi effetti sperati. Campagna vaccinale che per una serie di ragioni, alcune spiegabili, altre tecniche, altre legate a reazioni emotive e psicologiche, non è immediatamente decollata come avrebbe dovuto e come sarebbe stato necessario. Le mancate consegne da parte delle varie aziende produttrici, alcune scelte criticabili circa le priorità nelle inoculazioni dei vaccini, incidenti di percorso gravi ma esigui nel numero, quanto inevitabili, hanno fatto sì che ancora, ad oggi, non sia individuabile il tempo in cui si potranno riaprire le attività ed allentare le restrizioni. Certamente la speranza di tutti è quella che con l’appropinquarsi della bella stagione e la conseguente possibilità di vivere di più gli spazi aperti, accompagnata dal progredire della campagna di vaccinazioni renda possibile il ritorno all’aspirata e normale libertà, mai apprezzata tanto quanto da quando ci è venuta a mancare.
Al fine di dare il nostro personale contributo a questo processo di normalizzazione è ancora indispensabile assumere comportamenti attenti e responsabili che prevedano l’uso delle mascherine, il distanziamento interpersonale e l’igiene delle mani. Anche il nostro Comune non sfugge alle analisi e ai dati nazionali.
Durante quest’ultima settimana abbiamo dovuto registrare 18 nuovi contagiati ma anche 23 guarigioni. Infatti nel mio ultimo comunicato di venerdì scorso i casi in carico erano 70 ed oggi, sono 65.
Come avrete appreso anche dagli organi di stampa, durante la settimana è venuto a mancare con concausa Covid anche un nostro concittadino di anni 102. Alla sua famiglia vadano le espressioni del nostro profondo cordoglio e la partecipazione dell’intera cittadinanza al loro dolore.
Come tutti i colpiti dal contagio ben sanno, tutte le strutture pubbliche assolvono alle necessarie assistenze, sia di ordine sanitario che pratico. La ASL sta rispondendo bene ad un compito mai così gravoso ed anche la pubblica amministrazione svolge con scrupolo il proprio dovere. Come ho sempre ribadito nessuno dei nostri contagiati, residente o meno che siano, è stato, è e sarà lasciato in balia di se stesso ma, anzi, curato ed assistito al meglio delle nostre possibilità. Così come assistite continuano ad essere nella distribuzione del sostegno alimentare e medicinale le persone e le famiglie di Monte Argentario più fragili.