Riceviamo da Elisabetta Puddu, consigliere comunale di Montalto di Castro, e pubblichiamo
L’assegnazione delle palestre e della piscina, site all’interno del Palazzetto dello sport, sono argomenti che stanno occupando attualmente post ed articoli di giornale abbastanza forti, alcuni con tanto di documenti a denuncia della reale situazione dei fatti, contornate addirittura di intervista al Sindaco. Nel quadro di questa realtà, dove saranno definite la legittimità degli atti e delle assegnazioni, data l’enorme polemica che si è sollevata, mi preme ricordare che, in tutto questo, forse non si è pensato ai ragazzi.
Chiaramente, i bambini che si avvicinano, oggi, alla pratica di uno sport non rimangono intaccati dal cambiamento delle gestioni, nel loro interesse, una buona garanzia è già data dalla molteplicità delle proposte di cui usufruire e dalle quali, poi, si potrà fare la scelta di quanto più affine e coinvolgente per il bambino sarà quello che andrà a praticare, intraprendendo un nuovo percorso.
Tuttavia, resta una nota dolente, cioè quella di quei ragazzi che si sono già avvicinati ad uno sport, qualsiasi esso sia, la ginnastica ritmica, il nuoto, e tanti altri, e che hanno costruito un legame con gli istruttori, con i quali hanno iniziato e proseguito un percorso, e che magari sono gli stessi che li hanno appassionati a quella disciplina e, ad oggi, nella volontà di praticarlo, si trovano a dover affrontare una situazione completamente nuova, dovuta al cambio degli insegnanti e diversi metodi di approccio, che, seppur nella migliore delle ipotesi fossero di grande preparazione e in buona empatia con i “piccoli atleti”, questo cambiamento lascia in loro un amaro ed un incomprensione che, in alcuni casi, portano ad una rinuncia della pratica dello stesso sport.
Nella comprensione di tanti aspetti, insomma, mi duole dover costatare come le esigenze dei bambini passino in secondo piano nella scelta di un cambiamento gestionale che li riguarda personalmente, che a loro poco importa, se non fosse per il fatto chiaro e reale che perdono, in quell’ambito, di innegabile crescita, il loro punto di riferimento, l’istruttore, colui che li libera nell’espressione del corpo, lasciando che la mente divaghi dagli impegni scolastici e dalla frenetica routine che, ai giorni nostri, sono costretti ad affrontare.