Riceviamo e pubblichiamo
Giovedì 17 luglio scorso, presso la sala del Consiglio comunale del Comune di Tarquinia, si è svolta l’assemblea, convocata dal Consorzio di Bonifica della maremma Etrusca, per denunciare l’agonia dei Consorzi di Bonifica del Lazio per i ritardi della Regione nel rimborsare i crediti per l’attività istituzionale svolta negli ultimi anni, e per le difficoltà di Equitalia nel riscuotere i contributi consortili. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti regionali, provinciali, i rappresentanti dei comuni del comprensorio e i dieci presidenti dei consorzi di bonifica laziali, oltre alle organizzazioni sindacali agricole e ai i sindacati dei lavoratori.
Per l’amministrazione comunale di Montalto è intervenuto il Presidente del Consiglio Marco La Monica: “Ritengo sia doveroso – ha commentato il presidente del Consiglio comunale di Montalto – porre l’accento su ciò che, al di là di ogni dibattito, risulta essere l’anello debole di tutta la catena. Mi riferisco in particolare alla situazione di grave disagio sociale legata alla mancata corresponsione degli stipendi ai dipendenti del consorzio, lavoratori e padri di famiglia, che da due mesi vengono privati di un loro diritto sacro ed inviolabile. Ciò è inaccettabile, inammissibile e lesivo della dignità del lavoratore stesso”.
“Mi preme ricordare – sottolinea La Monica nel suo intervento – che lo scopo e caratteristica del consorzio è quello di perseguire lo scambio mutualistico con i propri soci attraverso la realizzazione delle attività di cui all’oggetto sociale, affinché i soci, avvalendosi delle prestazioni del consorzio, ottengano migliori condizioni rispetto a quelle di mercato: l’intervento del revisore contabile pone l’accento sui 4,5 milioni di euro di crediti vantati nei confronti dei consorziati, spalmati in un periodo temporale che spazia tra gli anni 2000 e 2014. Il sentimento cooperativo non è più quindi riconosciuto: non è assolutamente accettabile addurre a pretesto la congiuntura economica allo scopo di giustificare la mancata corresponsione delle quote sociali. Il consorzio fornisce servizi ed i servizi devono essere retribuiti, perché dal regolare flusso finanziario dipende la sopravvivenza stessa dell’ente. Coloro che non si adeguano a questa semplice ma basilare regola economica sanno benissimo che il rischio è quello su cui tutti i convenuti, ed in particolare la dirigenza ed i lavoratori, hanno fondato il proprio intervento: la possibile chiusura del consorzio, con tutte le implicazioni di carattere sociale, ambientale ed economico dalla stessa direttamente derivanti”.