Montalto, giovedì primo febbraio un’assemblea pubblica contro il deposito dei rifiuti radioattivi nella Tuscia

Riceviamo e pubblichiamo

“No al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nella Tuscia”. È il titolo l’assemblea pubblica promossa anche da Italia Nostra Sezione Etruria, che si terrà giovedì 1° febbraio, alle 18, al teatro comunale “Lea Padovani” di Montalto di Castro, in collaborazione con il comitato Montalto Futura, la Provincia di Viterbo e i Comuni di Canino e Montalto di Castro, comitati di quartiere e associazioni di categoria e cooperative del Viterbese.

“Nel caso il comune di Trino Vercellese non sia dichiarato idoneo, sarà essenziale che i sindaci della Tuscia affermino chiaramente il loro intento di salvaguardare il territorio, dichiarando con forza di non accettare eventuali imposizioni dello Stato – affermano da Italia Nostra Sezione Etruria -, o a una qualsiasi parte dei rifiuti radioattivi”. Interverranno i sindaci di Montalto di Castro e Canino Emanuela Socciarelli e Giuseppe Cesetti, il presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli, la presidente di Italia nostra sezione Etruria Marzia Marzoli, il presidente del Comitato per la salvaguardia del territorio di Corchiano e della Tuscia Rodolfo Ridolfi, l’avvocato cassazionista del Foro di Roma Francesco Rosi e il chirurgo oncologo Angelo Di Giorgio. “L’opposizione al deposito non è di natura né politica né ideologica, bensì tecnica e scientifica – proseguono -, come sottoscritto dalle numerose osservazioni inoltrate alla Sogin, dove ogni comune ha potuto spiegare e denunciare le numerose incongruenze delle linee guida utilizzate per la scelta dei vari siti proposti nella Tuscia”.

Il 5 gennaio 2021 è stata pubblicata la proposta di Cnapi, Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale e il parco tecnologico. Nei 180 giorni successivi alla pubblicazione della Cnapi, le Regioni, gli Enti locali e i soggetti portatori di interessi qualificati hanno formulato e trasmesso a Sogin osservazioni e proposte. Nella fase di consultazione pubblica si è svolto il Seminario nazionale, la cui promozione è stata avviata il 3 agosto per concludersi il 15 dicembre, con la concessione di altri 30 giorni per l’invio di ulteriori osservazioni a Sogin e al Ministero dell’Ambiente. “A tutte le osservazioni presentate non è stata data risposta – sottolineano da Italia Nostra Sezione “Etruria” -. Soltanto nel Lazio ne sono state inviate 35”. Osservazioni cadute nel vuoto. Il 15 marzo 2022, Sogin ha inviato al Mase, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la proposta di Cnai, la Carta nazionale delle aree Idonee. Il 13 dicembre 2023 il Mase pubblica l’elenco delle 51 aree presenti nella proposta di Cnai, di cui 21 ricadono nella Tuscia.

“Ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive non ha una convenienza economica – spiegano da Italia Nostra Sezione “Etruria” -. Nonostante tutti i richiami e gli aggiornamenti al decreto legislativo 31 del 15 Febbraio 2010 non si evince quanto sia conveniente in termini economici alienare 150 ettari, per realizzare un deposito che ci sarà per sempre e che causerà danni gravissimi al territorio inteso come tessuto produttivo, commerciale e turistico”. La candidatura di Trino Vercellese non risolve il problema, perché se la cittadina piemontese fosse considerato non idoneo, dopo 60 giorni si rivaluterà la Cnai e le nuove soluzioni proposte dalla legge in discussione. “Potrebbero decidere di spacchettare i 150 ettari previsti per il deposito nazionale, per avere meno impatto sui fragili territori – concludono Italia Nostra Sezione “Etruria” – Basti pensare che lo spazio dell’area prevista per i rifiuti radioattivi è di soli 20 ettari. Se questo avverrà, saranno interessate più aree e forse più regioni. Dobbiamo quindi tenere alta l’attenzione perché non è finita la preoccupazione che la Tuscia possa essere un sito di questi”.