L’amministrazione comunale di Montalto, attraverso l’ufficio urbanistica, ha intensificato azioni di controllo sul territorio al fine di evitare comportamenti capaci di recare pregiudizio al contesto naturale. Nelle scorse settimane sono state infatti verificate due comunicazioni pervenute da parte della società proprietaria dell’impianto a biogas di Canino e delle aziende agricole ad esso collegate, che preavvisavano lo spandimento sui terreni del comune di Montalto di digestato. Si tratta del prodotto residuo che rimane dopo la produzione del biogas. Il processo di produzione del biogas si alimenta infatti con prodotti vegetali provenienti da queste superfici agricole, ma per l’impianto in oggetto viene integrato con notevoli quantità di liquami da allevamenti bovini e suini. Il quantitativo complessivo che avrebbe potuto essere distribuito sui terreni di Montalto ammonta ad oltre 230 mila quintali (circa 1200 autotreni).
L’impianto di Canino è gestito da una società agricola che ha affittato circa 400 ettari di superficie, per oltre il 95% ricadenti nel territorio di Montalto. Pertanto la posizione di estrema attenzione che è stata già assunta lo scorso anno da parte dell’amministrazione comunale nei confronti di queste nuove fonti energetiche ha evitato un potenziale rischio per il territorio. Dai controlli le comunicazioni ricevute sono risultate carenti nei dettagli e nelle procedure indicate, perciò gli uffici comunali hanno richiesto le integrazioni previste dalla normativa vigente.
In particolare è stata chiesta la tracciabilità delle materie prime impiegate per la produzione di biogas, la relazione idrogeologica dei terreni destinatari e le analisi chimiche del digestato, al fine di accertare ogni conformità alle disposizioni di legge. «Dopo il no al biogas dello scorso anno da parte dell’amministrazione comunale – afferma il sindaco Sergio Caci – i controlli che stiamo effettuando sono necessari per garantire, oltre che la trasparenza, anche la tutela della salute dei nostri cittadini».