di Stefano Tienforti
Prima o poi qualcuno doveva rompere il tabù, per cui togliamoci il dente: da oggi parliamo di elezioni amministrative. Eh sì, le comunali del 2017: quelle per scegliere il sindaco del dopo Mazzola. Perché la scadenza non è affatto lontana, e tra dodici mesi saremo in piena ansia da candidatura, prima di buttarsi nel macello della campagna elettorale.
Per cui, inutile nascondersi dietro le schermaglie all’Agraria: quello che sta politicamente succedendo a Tarquinia, soprattutto nel centrosinistra, è da tempo frutto delle strategie più o meno velate, più o meno legittime, più o meno efficaci per guadagnarsi un posto al sole. Da quanto tempo? Tanto, troppo: e gli effetti deformanti di una campagna elettorale pressoché perenne creano i mostri politici (intesi come situazioni, non come persone) con cui ci confrontiamo da qualche mese, e che senza una lettura più ampia non troverebbero spiegazione.
Tutto nasce – sia chiaro, è una mia personale lettura, senza alcuna pretesa di crismi di assoluta verità – esattamente (e pare incredibile) quattro anni fa: perché quando Mazzola punta a ricandidarsi a sindaco lo fa con in testa un obiettivo chiaro. Renata Polverini era in carica come governatrice del Lazio da quasi due anni e lo sarebbe rimasta, secondo previsioni, per altri tre: il tempo esatto, per il primo cittadino tarquiniese, per consolidare la propria posizione e mirare ad uno scranno regionale, ultimo e definitivo balzo della propria carriera politica.
Così, sin dalla nottata in cui lo spoglio ha premiato Mazzola al primo turno, per alcuni degli uomini della sua giunta inizia una corsa che immaginavano sarebbe durata meno: quella per la successione, per concorrere per la fascia tricolore una volta che Mazzola si fosse lanciato verso Roma. Finita la campagna elettorale ufficiale, insomma, ne è iniziata una latente, quasi senza soluzione di continuità.
Poi, però, pochi mesi dopo i brindisi elettorali, arriva “Batman” Fiorito e lo scandalo rimborsi che travolge la Polverini, mandando alle urne gli elettori del Lazio, troppo presto rispetto alle aspettative di molti e soprattutto troppo presto per consentire una candidatura del sindaco di Tarquinia, poi “consolatosi” con la nomina a presidente della Provincia e – chissà – col pensiero di ritentare la corsa alla Regione nel 2018.
Ma da allora quei giochi di forza e strategia scattati tra gli aspiranti sindaci del futuro non si è praticamente mai interrotta: un logorio che ormai va avanti da quattro anni e che ha avvelenato anche la corsa alla candidatura all’Agraria, le elezioni e – con effetti ancora più venefici – i mesi successivi, sino ad oggi.
Per cui, ora, via la maschera: chi saranno i candidati tra un anno e qualche mese? Sarà, secondo molti, dall’esito di questa estenuante resa dei conti nella coalizione di centrosinistra che si capirà molto, se non tutto: anche chi farà da leader nel centrodestra. Oppure – è l’opinione di altri – come spesso accade, chi è partito troppo presto si arenerà, e ci saranno delle sorprese. Senza considerare il Movimento 5 Stelle, in crescita nazionale, o le liste civiche spesso presenti nelle competizioni elettorali tarquiniesi.
Allora iniziamo noi a muovere le acque, con un sondaggio: tra qualche giorno chiederemo a voi lettori quali, secondo voi, saranno i candidati alle Amministrative tarquiniesi 2016. Per elaborare la lista tra cui scegliere, stiamo chiedendo ad alcuni personaggi della politica, della vita pubblica e giornalistica tarquiniese una lista dei loro dieci ipotetici candidati; sui commenti a corredo di questo articolo sono poi ben accetti suggerimenti: ma, mi raccomando, indicateci chi vi piacerebbe vedere candidato, ma mantenendo comunque un realistico contatto con la realtà. Sarà la redazione, poi, tra tutti le indicazioni raccolte, a stilare la lista finale, poi via al sondaggio: sia mai che i responsi non tolgano qualche castagna dal fuoco alle segreterie politiche?