Che il calcio raccontasse emozioni non vi erano dubbi, ma che una partita di pallone riuscisse a raccontare tante storie parallele non sempre accade. Per fortuna questo è successo in un tiepido venerdì pomeriggio al campo della Corneto.
Ad affrontarsi, sul manto erboso del Bonelli, la prima della classe, il Pisoniano, ed i giovani pupilli del presidente Rinaldo Santori; ad affrontarsi sugli spalti, con i suoi dubbi, le sue perplessità, le sue alchimie tattiche di chiaro stampo Lippiano, un uomo, anzi un mito. Cappelletto rigorosamente nero per mascherare il suo credo politico, cappotto abbottonato e pantalone ascellare; in mano un semplice foglio di carta accompagnato da una penna. Tutti ormai avrete capito di chi stiamo parlando. Beh sì, non ci sono dubbi, non può che essere il Carlo Zampa nostrano, con il nuuuuuuuumerooooooooooooooo 0: Leooooo Abbbbbbbbbbbbbbate.
Il compito a lui assegnato da mister Gufi è di quelli ardui: correre su e giù per la fascia rivolgendo sempre lo sguardo al pubblico, non per vedere se ci sono spie delle squadre avversarie, ma per entrare meglio in clima partita. E Leo lo esegue alla perfezione. Emulando il grande cane della Lanterna, corre su e giù per la fascia, macinando gli stessi chilometri di Ringhio Gattuso.
E mentre la Corneto sta per battere un corner in fase offensiva, lui di corsa va a vedere se Pancianeschi è concentrato per eventuale contropiede; viceversa, mentre il Pisoniano attacca lui si avvicina a Giorgi, rincuorandolo in vista della prossima spizzata. Ed ancora: incoraggia a più non posso Cruciani mentre la palla è tra i piedi di Poggi, poi va dal guardialinee a chiedere con cordialità spiegazioni per un’alzata di bandierina.
Passeggia, passeggia poi però ogni quarto d’ora si ferma a chiedere ad un tifoso cosa stia succedendo durante la partita e prende appunti simili a geroglifici egiziani. Per non far torto a nessuno ad ogni sosta si rivolge prima ad un tifoso della Corneto e poi uno del Pisoniano, infine, per essere sicuro delle notizie, chiede pure al commissario degli arbitri. Nel frattempo, contravvenendo ai divieti del presidente Santori, si aggrappa alla rete la agita cercando un po’ di refrigerio dopo le continue sgroppate sulla fascia. Non contento di ciò parla di tattica con il palo della recinzione, poi d’improvviso vede sventolare un cartellino rosso ed inizia a cantare a squarciagola “Avanti Corneto, alla riscossa!”. Alla fine quando sente emettere tre fischi si avvicina al malcapitato di turno e gli domanda sommessamente: “Ma quanto è finita?”. Un grande Leo.
Perdonami per questo racconto della partita parallela, ma non potevo esimermi. Ce ne fossero di persone schiette, oneste, simpatiche come te. L’unico difetto, che ti accomuna pure al direttore, è che sei interista. Però che ci vuoi fare, non tutte le ciambelle vengono con il buco. Nell’augurarti buon Natale, ti saluto con affetto e stima
Il tuo FRA INTESO