Una lunga lettera aperta, indirizzata al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per tornare a parlare di Trasversale: è quanto diffuso in queste ore dall’ex sindaco di Tarquinia e presidente della Provincia Mauro Mazzola, che non risparmia attacchi politici.
“Presidente, – esordisce Mazzola – sento l’esigenza, ancora una volta di farle un appello affinché la più importante infrastruttura del nostro territorio abbia un accelerazione nella sua costruzione. Lo faccio dopo la sentenza della Corte Suprema UE, che boccia il tracciato VERDE e invita a trovare soluzioni alternative. Mi ricordo che, in una manifestazione a Viterbo, Lei, con una battuta scherzosa mi disse “Che casino stai facendo”, riferendosi alla mia presa di posizione di non condividere il progetto verde della S.S.675., perché preoccupato dalle difficoltà nella realizzazione. Le dissi che era il caso che ci incontrassimo in modo di avere la possibilità di farLe capire il perché quel progetto, a mio avviso, avrebbe avuto tantissimi ricorsi e quindi sarebbe stato di fatto bloccato e la costruzione della trasversale avrebbe avuto forti ritardi. Purtroppo tutto ciò che avevo previsto è avvenuto, constatando, oggi, che erano altri a far casini. In quel periodo non ero uno stregone che prevedeva il futuro, ma il Sindaco di Tarquinia e il Presidente della Provincia che conosce il proprio territorio e tutti i vincoli esistenti. Avevo ben presenti gli equilibri politici e quali sarebbero stati i ricorsi che i Comitati avrebbero presentato. Ricorsi presentati a ragione e che hanno sostenuto e difeso la Valle del Mignone”.
“Non da meno la mia Amministrazione – continua Mazzola – che ha inviato decine di relazione tecniche, segnalando, denunciando urlando in tutte le conferenze di servizi la scelleratezza del progetto chiamato Verde. La mia amministrazione in tutti i tavoli tecnico- politici regionali e ministeriali ha sempre portato proposte, non ha solamente detto NO al tracciato Verde. Ha collaborato, sottolineato le difficoltà nel realizzare quel tratto in quella zona gravata da più di 15 vincoli ed evidenziando che anche il Ministero dell’Ambiente si è pronunciato con 66 richieste di approfondimento, di integrazioni, di rivalutazioni del Progetto dell’Anas. Tutti, ma soprattutto i tecnici e politici regionali hanno voluto fare orecchie da mercante. Come Amministrazione abbiamo fatto ancora di più, abbiamo chiamato dei tecnici locali in modo che sviluppassero un’idea progettuale, poi chiamata ARANCIONE, ricalcando il tracciato viola. Sappiamo con certezza, perché abbiamo fatto accesso agli atti presso l’Anas, che il progetto Viola, analizzando le criticità che sono emerse successivamente, può essere realizzato velocemente almeno in due tratti seguendo il modo di operare dell’Anas. Dividere in stralci funzionali la realizzazione dell’ultimo tratto di circa 12km, come già fatto dall’Anas per il tratto già realizzato fino a Monteromano. Non ci siamo inventati niente, ripeto, abbiamo “copiato” progetti e metodi tecnici di Anas”.
“Questa idea progettuale – prosegue la lettera di Mazzola – è stata illustrata al Ministro Del Rio che ha voluto rinviarmi all’Assessore all’infrastrutture della Regione. Ho capito che era una partita persa, quando mi è stato negato, più volte, un confronto con l’Assessore Refrigeri che insieme al Consigliere di Maggioranza del Viterbese Panunzi hanno snobbato l’idea. Oggi dovrebbero avere almeno la decenza e l’umiltà di chiedere scusa a tutti per il danno arrecato all’economia e allo sviluppo del territorio e a mettere in campo un atto di responsabilità, dimettendosi”.
“Ho presentato il progetto a tanti, Imprenditori, Politici, Sindacati di Categoria e dei Lavoratori, – le parole di Mazzola – che mi hanno ascoltato, ma per forti pressioni politiche non mi hanno sostenuto. Ho presentato la proposta progettuale al Consiglio Provinciale e l’unico risultato ottenuto è stata una crisi politica. Per ben due volte il Consiglio convocato per la discussione del bilancio è andato deserto, finché non ho ceduto la delega per partecipare alle conferenze dei servizi ad un Consigliere Provinciale di fiducia del Consigliere Regionale, che avrebbe sostenuto il tracciato Verde. Tutto ciò ha realizzato soltanto il mio allontanamento da un Partito che ho sostenuto e ho contribuito a farlo vincere”.
“Presidente, Lei una colpa ce l’ha, sicuramente essendo molto impegnato si è fidato del suo consigliere Regionale e di qualche tecnico suo collaboratore. Lei è stato un Presidente che ha ascoltato e visitato molti territori, perché sosteneva la politica dell’ascolto e della presenza. Mi sembra, visto anche alcuni sondaggi, non sia più questa la sua politica e l’esempio lampante è il tema della trasversale. Più volte ho provato ad avere un incontro con Lei per spiegarle direttamente i dubbi, le difficoltà, le problematiche, i timori di un Sindaco nel non vedere realizzare un importantissima opera strategica, ma non ne ho avuto la possibilità. Ormai sono passati più di quattro lunghissimi anni. Questo è il momento di fare chiarezza e incontrarci per mostrarLe e spiegarLe la fattibilità di una semplice proposta che oggi, in molti, anche camuffandola, cominciano a condividere. Senza intermediari, forse si riuscirà a dare delle risposte concrete a questo territorio. Aspetto un Suo interessamento diretto per recuperare il tempo perduto e per rispettare un territorio che è davvero stanco di dover urlare per essere ascoltato e che fino ad oggi non ci è ancora riuscito. È il momento di prendersi le responsabilità direttamente e dare risposte concrete”.