di Marco Vallesi
Ci sarà sicuramente chi sarà rimasto sbigottito dalle recenti esternazioni del sindaco Mauro Mazzola sulle questioni relative alla costruenda “autostrada tirrenica”. Per questa volta devo ammettere che non posso far parte del gruppo di coloro che si dichiarano sorpresi dal tardivo “risveglio” del “primo cittadino”. Infatti, a ben riflettere sui comportamenti che denotano il carattere “double face” del sig. sindaco, non ci si dovrebbe sorprendere più di tanto: basterebbe andare indietro con la memoria e ricordarsi – senza citare, per pietà, le sue pur rilevanti giravolte sulla lotta contro il carbone – con quale serena caparbietà egli abbia contrastato, sin dalle origini, ogni appello, azione o chiarimento riguardante i vari passi dell’iter autorizzativo per la ormai famigerata autostrada.
Ricordo, ad esempio, con quale nonchalance il Consiglio comunale per volontà dell’odierno “lamentante”, e per voce dell’allora presidente del Consiglio Alessandro Dinelli, mise l’intera comunità di fronte ad atti sui quali venne dichiarata la “non potestà” dell’amministrazione. Dichiarazioni alle quali non seguirono le logiche e immediate dimissioni in blocco di un’assemblea incompetente (se il sindaco avesse voluto opporre, anche per scopi di deterrenza, la propria volontà, gli sarebbe bastato esercitare il potere d’Ordinanza che gli conferisce la legge sul territorio che amministra…) che, per incapacità o ignoranza, aveva accettato una resa senza condizioni al volere dei potentati “asfaltatori”. Gli stessi che poi celebrarono, con baci e abbracci e insieme al sindaco nel ruolo di “gran ciambellano”, la sontuosa festa nel palazzo comunale per l’autorizzazione definitiva del progetto SAT.
Me li ricordo bene. L’affettuoso abbraccio tra Sposetti e Matteoli, a cui gli sguardi commossi di Parroncini e Bargone facevano da cornice, che anticipava ciò che poi divennero le “larghe intese”. Mi ricordo bene il “padrone di casa” gongolare soddisfatto per aver consegnato, per l’ennesima volta, il territorio tarquiniese a siffatti soggetti. Non si può nemmeno dimenticare la vulgata sulla grande opportunità di lavoro per le ditte e imprese locali fatta circolare ad arte per “costruire” un’opinione pubblica favorevole al progetto autostradale a cui aderì, tra gli altri, e neanche troppo velatamente, la CNA con tanto di esaltanti e compiaciuti manifesti di apprezzamento.
Come non si possono non ricordare gli estenuanti e inascoltati appelli, le manifestazioni dei comitati no-autostrada e le inevase domande a proposito di viabilità, sicurezza ed economicità? E che dire dell’incredibile – e indicibile – comportamento dell’attuale presidente del consiglio Armando Palmini a proposito della mancata convocazione di un Consiglio comunale aperto che doveva affrontare proprio le questioni più controverse del progetto SAT? Della legittima richiesta, a norma di Statuto comunale e sottoscritta da tutti i membri della minoranza, di cui, ad oggi e a distanza di oltre quasi sette mesi, non si sa nulla.
Comunque sembra che, solo ora, a territorio già manipolato, a gare appaltate e nessuna certezza del futuro della viabilità locale, il sindaco si sia svegliato. Un buon segno, nonostante tutto? Visti i trascorsi relativamente al servilismo dimostrato nei confronti di certi poteri, delle reticenze sui rapporti stabiliti con i medesimi, la permanente demagogia sui “posti di lavoro” e l’intempestività delle lagnanze, che danno adito a un ingombrante fagotto di dubbi sui veri motivi di tale sortita, direi proprio di no.
Solo il futuro e l’oggettiva ricaduta dei fatti potranno smentire o meno tutte le perplessità che gravitano intorno alle sue ultime dichiarazioni. Le sue parole e il suo “risveglio”, no.