Riceviamo e pubblichiami
Maxi sequestro di reti per la pesca di frodo da parte delle Guardie ittiche ambientali dell’AEOPC Italia al fiume Marta a Tarquinia, dove è stato beccato un pescatore del casertano intento ad esercitare la pesca con 80 reti e oltre quaranta chili di anguille già pescate. Era già nel mirino delle guardie ittiche ambientali dell’AEOPC Italia che avevano avuto segnalazioni di movimenti sospetti in quel tratto del fiume Marta, e quindi nel corso di un attento servizio di vigilanza hanno scoperto il pescatore di frodo con le mani nel sacco.
Le guardie ittiche e zoofile AEOPC dopo aver preso nota del fatto hanno posto sotto sequestro le reti utilizzate illegalmente e il frutto del suo esercizio dal pescatore, a cui è stato è stato registrato un verbale con una sanzione amministrativa come previsto dalla legge regionale 87/90 sulla pesca nelle acque interne. Le anguille sequestrate ancora vive sono state poi immesse nuovamente al fiume Marta con apposito atto ufficiale.
Quella svolta dalla Guardie ittiche dell’AEOPC è stata una forte azione di repressione contro la pesca abusiva, che ancora una volta mette in evidenza l’alto livello messo in campo dai pescatori di frodo, che avevano immesso nel Marta quasi 80 reti coprendo l’intero tratto di fiume per fare incetta di pesce in particolare anguille, il tutto in maniera illegale. Le guardie ittiche riferiscono che seguiteranno a controllare il percorso dei fiumi e a mantenere alto il livello di attenzione sui metodi da adottare per l’esercizio della pesca nelle acque interne. Il presidente dell’AEOPC Alessandro Sacripanti ringrazia per la collaborazione a questo intervento i Carabinieri di Tarquinia e il Comandante Mauro Bagnaia della Polizia Provinciale di Viterbo.