Riceviamo dalla Guardia di Finanza di Viterbo e pubblichiamo
La Guardia di Finanza di Viterbo, all’esito di specifiche attività di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali perpetrate, in particolare, nel settore del commercio al dettaglio di carburanti per autotrazione, ha eseguito una complessa attività investigativa a carico di un gruppo di aziende facente capo ad un noto imprenditore di origine campana.
Con l’imprescindibile contributo dei funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Viterbo, nel corso del controllo le Fiamme Gialle hanno focalizzato la propria attenzione su alcuni elementi che, a prima vista, parevano attestare una diffusa inosservanza delle disposizioni legislative che regolano il mercato del lavoro e la tutela dei lavoratori in genere.
In tale contesto, grazie all’iniziativa della Procura della Repubblica di Viterbo, le indagini amministrative dei Finanzieri si sono incrociate con quelle in corso, sotto l’egida del citato Ufficio giudiziario, da parte della Squadra Mobile della Questura di Viterbo, relativamente a condotte criminali del tutto simili, commesse nel tempo dal medesimo gruppo imprenditoriale.
Si tratta dell’attività investigativa che, alcune settimane or sono, ha portato all’esecuzione di due misure cautelari a carattere personale, nei confronti di altrettanti responsabili delle medesime imprese, per delitti connessi al massivo sfruttamento di lavoratori di diversa etnia, impiegati presso i distributori stradali ubicati in diverse località del centro Italia.
In questi giorni, gli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Viterbo stanno invece procedendo alla notifica dei relativi provvedimenti di carattere amministrativo, ulteriori a quelli già eseguiti in sede penale, a carico di sei società tra loro collegate, facenti capo allo stesso imprenditore campano e suoi familiari, ricostruendo un illecito profitto pari a € 835.235,00 corrispondente ai compensi che sarebbero spettati, ma non sono mai stati erogati, a beneficio dei lavoratori per le prestazioni che avevano svolto.
Le violazioni accertate in materia di lavoro, derivanti dall’utilizzazione di nr. 10 lavoratori “in nero” e nr. 110 lavoratori irregolari, producevano la segnalazione agli Uffici accertatori competenti di contributi previdenziali ed assistenziali non versati per circa 139 mila euro e sanzioni applicabili pari a circa 350 mila euro.
Nondimeno l’operazione, consentiva di individuare, in stretta sinergia e collaborazione con l’INPS, tra quegli stessi lavoratori irregolarmente impiegati, 7 soggetti che percepivano illegittimamente il Reddito di Cittadinanza, tutti denunciati all’A.G. competente.
La trasversale attività criminosa svelata e disarticolata dall’azione congiunta della Procura della Repubblica di Viterbo, dalla Squadra Mobile e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Viterbo, oltre a consentire un indebito risparmio fiscale e contributivo in danno dell’erario, permetteva il collocamento di beni sul mercato a prezzi estremamente vantaggiosi, a discapito delle imprese concorrenti operanti nel pieno rispetto della normativa fiscale e giuslavoristica, con estremo nocumento alle regole poste a tutela della concorrenza e del mercato.
L’operazione di servizio in rassegna, da inquadrare in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale, colpendo il sodalizio criminale tanto sul lato fiscale, quanto su tutti gli altri settori istituzionali in precedenza tratteggiati, ha una volta di più dimostrato l’attenzione del Corpo al contrasto della c.d. “criminalità economica”, ovvero da coloro i quali, lungi dall’essere dei semplici evasori, vivono e traggono in modo sistematico il proprio reddito da traffici delittuosi e dal continuativo svolgimento di attività criminosa.