Riceviamo da Manuel Catini, Arianna Centini, Sandro Celli, Enrico Leoni e Andrea Andreani e pubblichiamo
Dalla maggioranza solo silenzi e sguardi imbarazzati. Un Sindaco che da mesi non ha nulla da comunicare alla città e consiglieri muti che eseguono a comando le indicazioni del primo cittadino. Ieri, in consiglio comunale, abbiamo assistito ad una proiezione di un cinema muto che ci riporta indietro di oltre un secolo.
Capiamo l’imbarazzo dei consiglieri nell’argomentare le loro scelte, ma ciò che non comprendiamo però è come sia possibile anteporre costantemente gli interessi di una maggioranza rappresentata dal volere di un uomo solo all’interesse della collettività. È stata presentata una mozione per istituire uffici separati di stato civile per la celebrazione di matrimoni con rito civile. In qualsiasi città, soprattutto a vocazione turistica, viene data questa opportunità a tutti gli operatori del settore che ne facciano richiesta in modo da poter creare anche pacchetti ad hoc dove potrà essere scelta la nostra stupenda città come cornice ideale per celebrare il proprio matrimonio. A Tarquinia tutto ciò non è più possibile.
Fa riflettere però come questo provvedimento sia stato approvato prima dalla giunta Mazzola e poi dalla giunta Mencarini in cui a votarne addirittura l’ampliamento era presente anche l’attuale assessore al Turismo Martina Tosoni che ora, anziché difenderlo lo boccia, approvando, con un silenzio imbarazzante, assieme agli altri consiglieri presenti nella maggioranza della giunta Mencarini, la scelta del sindaco di azzezzararlo nonostante l’importanza che riveste per il settore turistico.
Rientrati tra le fila del Sindaco anche i tre consiglieri comunali dissidenti, distacco durato un battito di ciglia anzi per meglio dire il tempo di una dura reprimenda da parte del primo Cittadino. Ciò che veramente dispiace è vedere come giorno dopo giorno Tarquinia stia cadendo in una spirale profonda dove a decidere è sempre e solo uno e nessuno dei giovani consiglieri abbia uno scatto d’orgoglio per dire: no, non voglio essere partecipe e responsabile di questo declino.