Riceviamo e pubblichiamo
Assurdo chiudere il punto nascita dell’ospedale di Tarquinia! Se Renata Polverini confermerà l’ipotesi di chiusura, dovrà ammettere di aver tradito il suo programma elettorale.
Il punto nascita di Tarquinia non si tocca!
I giorni della campagna elettorale di Renata Polverini non sono così lontani, ci ricordiamo benissimo cosa prometteva agli elettori della Regione Lazio, nella sua campagna elettorale.
Posso dire di aver sentito con le mie orecchie durante le tribune elettorali in cui ero presente, che non avrebbe fatto tagli ai servizi erogati dagli ospedali, ma che al contrario avrebbe tagliato solo gli sprechi.
Chiudere il punto nascita di Tarquinia, non è tagliare gli sprechi! È al contrario un metodo di politica schizofrenica che promette in campagna elettorale e poi non è in grado di mantenere.
La campagna elettorale e la corsa a chi la diceva più grossa, me la ricordo bene, Renata Polverini la più brava nel cercare di salvare capra e cavoli, combattere gli sprechi senza tagliare i servizi!
La Polverini aveva un programma elettorale che traduceva tutto in: ”I NOSTRI 60 IMPEGNI PER LA REGIONE LAZIO”, il terzo punto era L’ELIMINAZIONE DEGLI SPRECHI, NON DEI SERVIZI”. Una politica sanitaria efficace dovrà assumere una “vision” di Governo lungimirante, evitando il prevalere di logiche “ragionieristiche” tendenti al mero razionamento della spesa, ..
Ricordiamo che il punto Nascita di Tarquinia è un punto di eccellenza del nostro microcosmo sanitario, con circa 400 nascite all’anno molte di più dell’ospedale di Civitavecchia.
Tarquinia ha bisogno di contare su un servizio così essenziale, così importante per le donne e per le famiglie, del nostro paese, stanchi di rischiare sempre tagli ai servizi primari come la sanità.
I tagli dovrebbero farli ai costi della politica che la Polverini non ha minimamente toccato, troppe ancora le società partecipate inutili alla società civile, che costano molto di più di un servizio sanitario, in questo caso di un punto nascita di un ospedale.
Nei prossimi giorni, la Presidente della Regione dovrà decidere se le mamme di Tarquinia per partorire dovranno farsi 50 km per andare a Viterbo, o Civitavecchia, cancellando il diritto di sempre di partorire nel proprio ospedale, compreso quello di non avere più sul proprio certificato di nascita, nato a Tarquinia!Ci aspettiamo che venga smentita al più presto questa notizia, dalla Presidente della Regione Lazio, perché le donne e tutto il paese di Tarquinia, non staranno di certo a guardare!
Marzia Marzoli RETE DEI CITTADINI