di Fabrizio Ercolani
In attesa degli esiti di una giunta convocata con urgenza, in cui probabilmente il Sindaco chiederà le dimissioni dell’assessore all’ambiente Marzia Marzoli, il 13esimo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale mette in crisi i rapporti all’interno della maggioranza. Il Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale con il rientro del Comune di Civitavecchia e l’aggiornamento della convenzione e dello statuto crea una frizione che sembra insanabile tra l’Assessore Marzia Marzoli e l’intera maggioranza visto che nessun consigliere è intervenuto sostenendo la sua posizione, anzi.
Ma andiamo con ordine. Ad introdurre il tema è il Sindaco Alessandro Giulivi.
“Come ben sapete, il Consorzio è stato istituito nel 2003, con un accordo tra Enel e Comune di Civitavecchia a seguito del quale Enel si impegnava a versare al Comune di Civitavecchia delle somme. Il Comune di Tarquinia con una delibera di consiglio comunale (la nr.15 del 25-03-2009) ha aderito all’osservatorio. L’osservatorio per quale motivo è stato costituito? Ha lo scopo di analizzare lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi dei livelli complessivi degli inquinanti. Qui vanno i soldi che dobbiamo utilizzare per i nostri concittadini. Con l’uscita del Comune di Civitavecchia dal consorzio era venuta meno l’unica entrata corrente di cui beneficiava pari a un milione di euro finalizzata a sostenere le attività di funzionamento del consorzio. Come ben sappiamo, ormai da molti anni le nostre centraline sono spente perché di fatto non funzionano più ed il consorzio attualmente ha la sede alle Saline, la Presidenza ce l’ha il Comune di Tarquinia e attualmente utilizzavano le somme solamente per pagarsi gli stipendi. Era un mero funzionamento di gestione interna e basta. Che è accaduto? Civitavecchia ha richiesto di rientrare nell’osservatorio e questo osservatorio in base alle delibere che stanno adottando tutti i Comuni che sono Tarquinia, Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa, Allumiere e Monte Romano, ritornerà a fare quello per cui era stato costituito. In base a quello che è stato detto prima (ovvero soldi puliti soldi col sangue, soldi senza sangue), i soldi per verificare quello che la centrale a carbone ha fatto o sta facendo o farà sul territorio, sono questi. Nel caso in cui queste somme non fossero utilizzate per gli scopi elencati, il Comune di Tarquinia uscirà dal consorzio immediatamente, senza ombra di dubbio.
Subito dopo prende la parola l’assessore all’ambiente Marzia Marzoli, che già pungolata da Celli e Conversini sui soldi dell’Enel all’interno del bilancio comunale, aveva promesso una risposta organica proprio durante la trattazione di questo punto.
“Volevo dare una risposta velocissima a Celli e a Conversini e poi volevo entrare nel merito del punto 13. Intanto Celli utilizza chiaramente il tema ed è anche maldestro perché le responsabilità politiche rimangono comunque in capo a chi le ha prese. Su tutta la questione dei soldi che riguardavano le dichiarazioni di quando ho fatto il candidato Sindaco sono cose che riguardavano appunto l’idea di fare il Sindaco. Io sono stata chiamata a fare l’assessore esterno e quindi rispondo solo di quello che chiaramente sta accadendo da quando sono arrivata. Dico questo perché tutti i soldi che sono stati presi dalla vecchia amministrazione sono comunque soldi che non sono mai stati minimamente pensati per una ricaduta ambientale piuttosto che sanitaria. Se ne sono guardati bene, per cui Conversini quando dice di spendere i soldi in un certo modo, dovrebbe ricordarsi che non ha mai aperto bocca. Quando dico mai è mai. 14 milioni e 500mila euro più 750 mila euro per dieci anni. Sì l’opposizione fa il suo mestiere, sì parla però quando volete, vi rispondo puntualmente e qui chiudo perché chiaramente sono solo due mesi che sono qui, mi sono occupata di tutti i problemi che questo paese si è trovato, uno dei più importanti è quello della presenza di un’area industriale che vogliono utilizzare per tanti scopi che non sono condivisi, vedi l’inceneritore e vedi tantissimi impianti che vogliono realizzare. Questo proprio perché c’è un’area industriale voluta dall’amministrazione Mazzola e chiudo perché volevo parlare del Consorzio. Volevo fare chiarezza su questo punto perché la volontà di questa amministrazione è di procedere con una delibera che in un solo colpo approverebbe la decisione di riattivare il consorzio e di legittimarlo rispetto al passato. Decisione che non ha visto il mio coinvolgimento e di cui non sono stata neanche messa a conoscenza, né della sua attuazione né del fatto che sarebbe stata portata quest’oggi in consiglio. Non ho usato i social, non ho risposto sulla stampa per spiegare la mia posizione come assessore perché credo che la sede per esplicitare a tutto il consiglio i motivi della mia contrarietà, sia solo e soltanto questa perché in una democrazia così si dovrebbe fare. Dissento da questa mancanza di rispetto nei confronti dell’assessore che apprende questa decisione leggendo la convocazione del consiglio comunale. La discussione andava fatta prima: per esempio si potevano approfondire i limiti della gestione del consorzio, si sarebbero potuti analizzare i bilanci e considerare l’opportunità dell’opzione zero. La storia è nota; tra le prescrizioni del 2003 c’era questa che chiedeva un osservatorio ambientale allo scopo di analizzare sì lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi e tante altre cose già dette, ma soprattutto che vedeva il coinvolgimento di tanti rappresentanti istituzionali (dalla Regione Lazio alla Provincia di Viterbo, ai comuni interessati, alla Asl, all’Arpa) quello che poi è stato definito con un po’ di ritardo dalla Regione Lazio: l’osservatorio ambientale di TVN che è quello che sta sul sito della Regione, quello che però non funziona perché nessuno se ne interessa perché i fondi la Regione Lazio non glieli ha mai dati o quasi. Questo osservatorio fu una battaglia del movimento No-coke, fu figlia di una diffida sottoscritta al Ministero dell’Ambiente che portò a chiarire che nel 2009 che l’attività in carico all’osservatorio di cui al Decreto VIA, non potevano essere finanziati da Enel. L’osservatorio ambientale di TVN riconosciuto in ottemperanza dalle prescrizioni è solo quello che è stato formalizzato in Regione. Dopo tutto il consorzio aveva soltanto un unico scopo: la gestione delle quattordici centraline che Enel aveva ceduto a titolo di comodato gratuito al Comune di Civitavecchia. Queste centraline sono disseminate in tutti i Comuni e prima erano certificate dalla Bilab, poi dal 2016, quando il Comune di Civitavecchia ha fatto la convenzione con la Regione Lazio e l’Arpa, adesso sono ufficiali e sono in capo all’Arpa. Queste centraline costano cinquecentomila euro all’anno e la convenzione scadrà il prossimo anno. Queste sono decisioni politiche. Non ho paura del giudizio del Sindaco, né tantomeno se alla fine di questo intervento deciderà di ritirare le mie deleghe. Ritengo doveroso farlo così, perché riattivare il consorzio ritengo che sia un grave errore, lo era all’inizio e lo sarà anche adesso. Sono contraria perché è dal 2007 che seguo queste vicende e sono sicura di quello che dico perché osservare è stato davvero inutile. Siamo nel 2021 non è successo mai niente di buono purtroppo anche perché è un osservatorio e non ha altri strumenti. Io mi ricordo che era un po’ l’essenza che si diceva nel 2007 durante lo sciopero della fame, durante i consigli comunali dove c’era il nostro sindaco che chiaramente diceva cose molto coerenti a quelle che ho detto io. Non posso dire se lui abbia cambiato idea, ma io non l’ho fatto. Ho sempre tenuto gli occhi aperti ed è il caso di ricordare che quando tutti ancora un po’, per gli errori fatti dall’amministrazione Mazzola, si sentono tranquilli sui dati delle centraline, devono non scordarsi degli oltre sei milioni e trecentomila metri cubi di emissioni all’ora, dell’aumento delle ore di lavoro e di tutto quello che è successo fino ad ora. Ben altra cosa sarebbe stata l’azione forte del nostro Comune di richiedere alla Regione Lazio la riattivazione dell’osservatorio regionale, a partire anche dalla sola volontà di rappresentarlo perché Tarquinia non lo ha mai fatto poiché Mazzola si rifiutava di riconoscerlo. Mencarini aveva intenzione di nominare un rappresentante perché le centraline andavano gestiti e gli studi andavano fatti in maniera ufficiale. Il consorzio non ha valore istituzionale, lo ha solo quello della Regione Lazio. Chiudo questo intervento che per me è molto doloroso perché su queste cose c’ho vissuto in coerenza e quindi vorrei soltanto dire che come assessore esterno dichiaro il mio dissenso e rimando al mittente tutto quello che è stato detto perché l’ambiente, questa parola con la A, non sanno neanche dove sta e si dovrebbero forse anche un po’ vergognare, perché non hanno fatto nulla.
Immediata la replica del Sindaco Alessandro Giulivi. “Io credo che l’assessore quando è entrato in questa amministrazione sapeva bene che il Comune di Tarquinia faceva parte di questo consorzio in cui il Sindaco ne era il Presidente, come sapeva benissimo che il Comune di Tarquinia prendeva oltre 700mila euro. Quindi tutto quello che andava fatto, doveva essere fatto prima del momento in cui il Sindaco ti chiamasse per fare l’assessore esterno. Questa è solamente una logica consequenziale di non aver preso ben evidenza quello che stava facendo questa amministrazione. Io intanto ti ringrazio dell’operato che hai fatto in questo poco tempo e ti auguro un buon lavoro”. Parole non troppo sibilline, le cui conseguenze si vedranno a breve.