Riceviamo e pubblichiamo
Grazie ai controlli periodici effettuati dalla Guardia Campestre dell’Università Agraria Pietro Goretti, sono stati individuati cadaveri di agnelli, eviscerati ed abbandonati all’interno dei boschi della Roccaccia, legati ai tronchi circostanti.
“Il fatto macabro ed insolito – spiega il Consigliere delegato alla caccia Francesco Montesi – ha generato attenzione. Immediata e tempestiva la comunicazione alle autorità sanitarie competenti. Prelevati i corpi e compiute le analisi sarebbero stati rilevate tracce di veleno sugli ovini morti. Collocati dall’uomo dopo l’uccisione, come conferma la legatura, il veleno sarebbe stato aggiunto solo successivamente, non è la causa del decesso. Isolate le aree coinvolte, tutto lascia immaginare che si tratti di esche lasciate lì per uccidere cani randagi o i lupi recentemente avvistati a più riprese nel comprensorio della Roccaccia. L’odore nauseabondo attira l’animale, il veleno fa il resto. Per ora non sono stati avvistati cadaveri di cani, volpi o lupi. Un atto inqualificabile, pericoloso e scellerato. Oltre ad invitare chi a vario titolo frequenta i boschi a segnalare altri ulteriori episodi similari, appare doveroso stigmatizzare quanto accaduto come inutile e pericoloso. I controlli reiterati e costanti sui boschi rendono noti episodi e atti assurdi, inqualificabili. Dal bracconaggio alle discariche abusive, la casistica è ampia, ma la presenza di carcasse di agnello avvelenate è davvero qualcosa di sconvolgente. Nel richiamare la massima attenzione, abbiamo inoltrato apposita denuncia alle autorità giudiziarie affinché simili atti non si ripetano. Il rispetto dei boschi appare sempre di più importante e l’intensificarsi dei controlli necessario al fine di evitare danni ancor più gravi”.