di Stefano Tienforti
Tranquilli, non illudetevi. Al titolo non va data l’interpretazione – maliziosetta, a dire il vero – che chiunque lo abbia letto ne ha dato.
Capire chi prenda le decisioni – ammesso che qualcuno ne prenda – all’interno del Partito Democratico (nazionale o tarquiniese che si voglia) è impresa talmente ardua che mai ci sogneremmo d’avventurarci nel tentativo di soluzione di un simile quesito.
Il verbo “contare”, in questo caso, non va inteso in senso metaforico – quello che lo rende, insomma, sinonimo di “comandare” – ma in uno più letterale; o, forse, sarebbe meglio dire “numerico”. Perché, a quanto pare, qualcuno tra i democratici tarquiniesi ha fatto confusione con la matematica, ed il risultato è il manifesto di cui riportiamo la foto qui affianco e che è pubblicamente affisso per le vie tarquiniesi da qualche giorno.
Nulla da obiettare sull’invito alle urne, men che meno sullo spirito ambientalista che anima gli slogan; si potrebbe sorvolare anche sulla mancata indicazione della data referendaria, se non fosse che i tre sì che il Circolo PD tarquiniese invoca… dovrebbero in realtà essere QUATTRO!
E già, perché le schede che chi andrà alle urne il 12 e 13 giugno si troverà in mano saranno quattro: per cui, quattro dovrebbero essere le croci su altrettanti SI: per dirla con brutale sintesi, uno contro la produzione di energia nucleare, uno per abrogare la legge sul legittimo impedimento e due – temo qui trovi origine la gaffe dei democratici tarquiniesi – in difesa dell’acqua intesa come bene pubblico.
Insomma, all’appello manca – e visibilmente – un SI: a meno che, in estremo omaggio della democrazia che troneggia nel nome del partito, dal PD non vogliano lasciare la libertà democratica di scegliere su quali dei quattro quesiti spalmare i tre SI!