Riceviamo e pubblichiamo
Due anni fa, nella primavera del 2012, allertammo la cittadinanza con un articolo sulla “edilizia a San Giorgio”; in questo articolo si evidenziavano già le problematiche legate alle lottizzazioni private in essere che il sindaco Mazzola annunciava come risolutrici di 50 anni di querelle (ma si sa, eravamo in periodo pre-elettorale…).
Nel nostro intento di fare il bene del territorio e dei cittadini che lo abitano, abbiamo recentemente effettuato un accesso agli atti, nello specifico quelli riguardanti la lottizzazione “Villaggio San Giorgio”; dopo aver letto la corrispondenza intercorsa tra il consorzio ed il comune di Tarquinia e preso visione delle tavole grafiche, ci siamo resi conto subito di certe discrepanze tra la realtà dell’esistente e ciò che è riportato nel progetto.
Andiamo nello specifico:
- Non ci risulta infatti ben chiaro cosa significhi “depositi di cubatura”, termini che indicano 3 palazzine di 17 metri di altezza (che sarebbero poi di proprietà del consorzio?)
- Lo stato di fatto riportato negli elaborati ci sembra confuso e parziale, e non vi è traccia nel plano-volumetrico del progetto futuro delle costruzioni oggetto di riqualificazione: questo vuol dire che si raderà tutto al suolo e si costruirà tutto nuovamente? E chi nel frattempo ha pagato tasse, tares o imu, non avrà niente da dire?
- Non abbiamo trovato traccia di parere A.S.L. a proposito di impianti tecnologici, forse qualcun altro si occuperà di allacciare i 365 consorziati alla fogna principale oppure è previsto un impianto di fitodepurazione? Ma anche di questo non si è trovato nulla.
La faccenda è ulteriormente complicata dai condoni edilizi che vari consorziati hanno presentato nel 1985, nel 1995 e nel 2003, senza parlare degli abusi. Alla luce di tutto questo, sembrerebbe opportuno pensare – se fossimo nel migliore dei mondi – che i politici incaricati di amministrare il nostro territorio avessero pensato che solo un Piano Particolareggiato come previsto dalla L.R. 28/1980 potesse risolvere il problema ed infatti la Regione Lazio, il 5 marzo 2012, interpellata dallo stesso Comune (le date sono importanti, siamo a 2 mesi dalle elezioni) si pronunciava cosi:
“Ne consegue che il comune può valutare, nell’ambito della propria discrezionalità, quale strumento, tra quelli ordinari conformi (ossia il piano di lottizzazione convenzionata proposto dai privati come previsto dal piano regolatore) e quelli di cui alla L.R. n. 28/1980 (nella specie il piano particolareggiato di cui all’art. 13) sia più idoneo a garantire la corretta ed ordinata pianificazione del territorio già in parte compromesso da insediamenti abusivi, …”
Invece no, il 25 marzo 2012 a due mesi dalle elezioni, la Giunta comunale, con “molta” discrezionalità e malgrado una nota dell’ufficio tecnico urbanistico che auspicava il recupero e la riqualificazione, delibera a favore del Piano di lottizzazione privata. Forse, non veramente consci della portata del problema ed in cerca di facili soluzioni, hanno creduto bene di lavarsene le mani.
Comunque sia, per regolarizzare l’annosa questione “san Giorgio” l’unico approccio che noi riteniamo possibile è trattare “caso per caso” ogni lotto, sia costruito che non, seguendo un piano particolareggiato concepito per ristrutturare tutta la zona.
Noi del M5S riteniamo infatti la riqualificazione del territorio fondamentale sia per la conservazione del paesaggio, sia per rilanciare l’economia edile; immaginiamo insieme, per esempio,quanto un piano particolareggiato di recupero possa dare lavoro a tutte le piccole ditte artigianali del territorio invece che ad una sola grande società di costruzione come potrebbe prevedere il piano di lottizzazione privato, immaginiamo anche come possa diventare San Giorgio se ci fosse un chiaro indirizzo urbanistico e politico che potesse evitare di rifare tutti gli errori commessi per il Lido e Marina Velka con l’urbanizzazione selvaggia degli anni 70.
Ora abbiamo tutti gli strumenti che ci servono, compreso il nuovo Piano Regolatore.
M5S Tarquinia