“Per la prima volta una sentenza riconosce un nesso tra l’uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore al cervello”: lascia il segno la dichiarazione rilasciata oggi dagli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, dello studio legale torinese Ambrosio e Commodo, a seguito della sentenza del Tribunale di Ivrea ha infatti condannato l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale al dipendente di una azienda cui è stato diagnosticato il tumore dopo che per 15 anni ha usato il cellulare per più di tre ore al giorno senza protezioni.
Secondo quanto stabilito dal giudice del lavoro del Tribunale di Ivrea, Luca Fadda, infatti, la causa del tumore benigno, ma invalidante, da cui è affetto l’uomo sarebbe da ricercare proprio nel cattivo utilizzo del cellulare: il tutto bianco su nero nella sentenza datata 30 marzo 2017 resa pubblica oggi. “Speriamo che la sentenza spinga ad una campagna di sensibilizzazione, che in Italia non c’è ancora”, afferma l’avvocato Stefano Bertone. “Come studio – aggiunge – abbiamo aperto il sito www.neurinomi.info, dove gli utenti possono trovare anche consigli sull’utilizzo corretto del telefonino”.