Riceviamo e pubblichiamo
Impegno mantenuto, l’Università Agraria ha partecipato alla manifestazione di Montalto di Castro, indetta in occasione dell’anniversario della catastrofe di Chernobyl, il Presidente Alessandro Antonelli ed il consigliere Luigi Caria hanno preso parte al corteo, lasciando al consigliere Marco Gentili l’onore e l’onere di portare il proprio contributo al Consiglio Comunale aperto.
“La repentina marcia indietro del Governo – ha commentato Marco Gentili – non ci può e non ci deve convincere. L’emendamento che di fatto cassa il quesito referendario sull’atomo è un palliativo, un trucco che si configura come un vero e proprio furto di democrazia ai danni dei cittadini.
Giusto avanzare forti dubbi sulla buona fede dell’attuale governo. Nel novembre del 1987 il popolo Italiano si è pronunciato su cinque quesiti referendari: due sulla magistratura e tre sul nucleare. Nello specifico sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro paese.
Il 24 febbraio 2009, tramite un’intesa tra l’Italia e la Francia, è stato firmato un accordo che vede protagoniste le società ENEL ed EDF, finalizzato alla costruzione di quattro centrali nucleari da 1600 Megawatt per un totale di 6400 Megawatt, per ottenere un incremento della produzione energetica pari al 25% del fabbisogno azionale.
E’ altresì, risaputo che in tutto il mondo quella nucleare è una forma di energia in declino e al contempo ne servono di nuove. Si dovrebbe investire e costruire il futuro rivalutando il settore delle energie alternative.
Nel giro di 50-70 anni le riserve di U235, uranio fossile usato come combustibile nei reattori nucleari, sarà destinato ad esaurirsi e questo causerà un elevato aumento delle spese di approvvigionamento e, quanto al nostro Paese, dato che come per il petrolio, il metano ed il carbone, anche l’uranio si esaurirà, cambieremo fornitori, ma resteremo dipendenti da qualcuno.
Seppure tutt’oggi il Governo Berlusconi parli tanto di tecnologia di terza generazione sulla quale si vuole puntare, non esiste alcuna risposta certa, precisa e soprattutto rassicurante in merito alla sicurezza delle centrali, la produzione di scorie e lo smantellamento degli impianti in sicurezza.
Non esiste alcuna soluzione concreta e convincente relativa al problema dello smaltimento delle scorie radioattive e le circa duecentocinquantamila tonnellate di rifiuti radioattivi presenti al mondo sono per lo più stoccate in “depositi temporanei” o rimangono dove vengono prodotti in attesa di essere smaltiti definitivamente non si sa dove né come.
Considerato che la mappa delle centrali in Italia, nello specifico nel Lazio, prevede Montalto di Castro, ritengo doveroso chiedere a noi tutti di adoperarci nelle sedi istituzionali, affinché le decisioni popolari scaturite dal referendum del 1987 su scala nazionale vengano rispettate.
Di rifiutare ed opporci a qualunque proposta di costruzione di Centrali Nucleari sul territorio comunale, incentivando e sostenendo il miglioramento e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili sul territorio”.