I maghi, di tutte le categorie, hanno sempre acceso la curiosità delle persone. Nella realtà non si è mai trattato di maghi da fiaba perché questi non esistono o almeno non se ne ha notizia. Quindi col termine mago si è soliti indicare una persona particolarmente abile in qualche attività. Helenio Herrera, che forse i senior ricorderanno, allenatore famoso negli anni ’60, era soprannominato “Il Mago” in virtù dei numerosi titoli conquistati con la grande Inter, quella di Mazzola e Corso, per intenderci.
Chi ha seguito assiduamente la televisione negli anni ’80 ricorderà sicuramente il mago Otelma (anagrammo di Amleto), il suo caratteristico eloquio, le sue ipnotiche movenze e il suo bizzarro dress code. Per altro, il nostro singolare mago Otelma è tuttora in attività.
Potremmo definire questi due casi come esempi di maghi benevoli, ma ne esistono anche di meno positivi, oppure individui la cui la magia è molto più assimilabile alla truffa vera e propria.
È il caso dello stregone del Baccarat, all’anagrafe tale Sengmanivong. Il truffatore, o presunto tale, non agiva, secondo le accuse, in solitaria ma in combutta con altri personaggi, insomma una vera e propria banda di truffatori.
Nel giugno del 2016 un gruppo composto da Sengmanivong e da altri 13 gamblers di origine thailandese, sbancò il Marina Bay Sands, a Singapore, per una vincita totale di 1,41 milioni di dollari. Durante la fuga successiva alla vincita il gruppo abbandonò in hotel la bellezza di 790.000 dollari di Singapore in chips, pari a 539.751 euro circa.
La truffa era così architettata. Sengmanivong, al tavolo da gioco, indossava un minuscolo auricolare invisibile, grazie al quale il resto della combriccola, abilmente disposta intorno al tavolo da gioco, dopo avere preso visione delle carte degli avversari ed avere fatto alcuni rapidissimi calcoli su un foglio Excel, suggeriva al giocatore le mosse successive da fare. Se in alcuni casinò, nello svolgimento del Baccarat gioco, contare individualmente le carte è tollerato, risulta essere totalmente illegale il gioco a squadre e questo tipo di condotta è così deprecata da avere anche una rilevanza penale.
Nel corso degli anni i componenti della banda ebbero diverse vicissitudini, tra cui anche la morte del furbo Sengmanivong. Alcuni di quelli ancora in vita sono attualmente sotto processo a Singapore; tuttavia, il loro collegio di difesa sostiene che non si tratta di una truffa vera e propria perché con l’uso del foglio Excel ci si limita a una manipolazione ed elaborazione di dati. È auspicabile, per i malcapitati, che la loro linea di difesa venga accolta. Il reato di truffa, a Singapore, è punibile con una pena detentiva fino a sette anni e 150.000 dollari locali di multa.