Lo strano caso dei funghi della Civita

Se son mancate le proteste ed i disturbi che qualcuno ipotizzava da parte dei “fungaroli” danneggiati, il battesimo, da parte dell’Università Agraria di Tarquinia, non la passa del tutto liscia e scatena la polemica politica.

A non digerire il provvedimento della giunta Antonelli è, in particolare, il Comune di Civitavecchia, che prende una posizione netta ed ufficiale per voce dell’Assessore al commercio, turismo, trasporti ed agricoltura, Alessandro Maruccio, firmatario della lettera indirizzata, in primis, allo stesso presidente Antonelli, quindi al presidente dell’Amministrazione provinciale di Viterbo Meroi, alla presidente della Regione Lazio Polverini ed agli assessori regionali Simeone e Birindelli.

Al centro della missiva, naturalmente, la richiesta di un immediato ritiro del provvedimento che limita la raccolta di funghi sul territorio dell’ente “per cercare di evitare decisioni discriminatorie e del tutto contrarie stante la naturale vocazione ad una politica di omogeneizzazione ed unificazione del territorio dell’Etruria meridionale”. A farli eco, subito dopo, son giunte le dichiarazioni a sostegno di numerosi esponenti della municipalità civitavecchiese, pronti a dir la propria in difesa di quei loro concittadini lasciati scontenti dalla decisione dell’Agraria.

Il tutto fa, insomma, profilare all’orizzonte un caso diplomatico tra le due città, anche perché, come annunciato nei giorni scorsi, dall’ente di Palazzo Vipereschi non intendono cedere nemmeno di un metro. “Questo clima di pressioni e velate minacce si spiega in un solo modo: abbiamo toccato un business molto redditizio”. Sulla stessa linea l’assessore Blasi, che spiega come il provvedimento voglia porre fine alle razzie, soprattutto notturne, in barba alle regole e con una “commercializzazione ai limiti del lecito che va a scapito della collettività”.

Pare certo, comunque, che la questione resterà agli onore delle cronache ancora per qualche tempo, in attesa, ad esempio, delle prime sanzioni. C’è già chi promette, infatti, la guerra legale dei ricorsi e addirittura chi parla di avvocati dichiaratisi pronti ad una class action contro l’Agraria per la difesa del diritto alla raccolta degli esclusi.