Alberto Sed, 86 anni, sopravvissuto all’olocausto e alle atrocità del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, è stato ancora una volta ospite il 15 aprile scorso dell’IISS “Vincenzo Cardarelli” di Tarquinia. L’incontro, organizzato dai professori Luca Bondi e Deborah Casali per completare il progetto sulla memoria “Per non dimenticare”, si è aperto con la testimonianza di due studenti dell’Istituto, Matteo Costa della classe quinta geometri e Tiziano Tini della classe 5A del liceo scientifico, scelti per rappresentare la scuola in una visita ai campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau con una delegazione di 350 studenti del Lazio, alla quale hanno preso parte il 29, 30 e 31 marzo accompagnati dal professore Bondi.
«Per me è stato un onore condividere questa esperienza con Matteo e Tiziano. – ha dichiarato Luca Bondi – Credo che soltanto toccando con mano e visitando i luoghi della tragedia dell’olocausto si possano vivere e comprendere appieno certe emozioni. Oggi, poi, desidero ringraziare vivamente il signor Sed per essere ancora una volta qua con noi a raccontare la sua terribile esperienza e offrirci un’ennesima, grande lezione di vita». Dopo il saluto della dirigente scolastica Laura Piroli, è stato proiettato il video del viaggio in Polonia dei due studenti del Cardarelli. Il loro contributo è stato significativo e coinvolgente: i ragazzi hanno raccontato dettagliatamente i particolari di un viaggio che li ha segnati profondamente e li ha sicuramente cambiati.
«Per me è stata un’emozione fortissima. – ha affermato Tiziano Tini – Sono stato colpito dalle dimensioni del campo e dalla testimonianza sul posto di quattro sopravvissuti. Vedere questi luoghi, ciò che contengono, le tracce di quanto vi è avvenuto è un’esperienza che ti cambia la vita, è un cammino quasi spirituale». «Questa visita mi ha toccato dentro – ha aggiunto Matteo Costa – e raccontare questi luoghi, ciò che abbiamo visto e sentito dai racconti dei sopravvissuti, provoca emozioni difficili da gestire».
Subito dopo l’intervento degli studenti ha preso la parola Alberto Sed, il quale con parole semplici e con accento romanesco ha raccontato la storia della sua cattura perché ebreo a soli 14 anni, insieme alla madre e alle sue tre sorelle, da parte della milizia fascista e della sua deportazione ad Auschwitz, eventi narrati nel libro “Sono stato un numero”, scritto in collaborazione con Roberto Riccardi. «I ragazzi hanno partecipato con grande attenzione, interesse e coinvolgimento – sottolinea la professoressa Deborah Casali – con la consapevolezza di ascoltare aberrazioni tali cui sembra impossibile che un uomo possa arrivare. La testimonianza di Alberto Sed è stata molto commovente e a tratti sofferta. La sua forza e la sua grande serenità sono evidenti, e forse derivano dalla lucidità con cui persegue l’obiettivo-dovere della testimonianza».
L’obiettivo dell’incontro è stato infatti far capire gli errori umani e trasmettere la conoscenza e gli strumenti per comprendere, affinché simili errori non si ripetano. «L’auspicio – concludono i professori Bondi e Casali – è che tale conoscenza della storia porti gli alunni a crescere e a maturare come cittadini che non vogliono dimenticare».