L’IIS Cardarelli di Tarquinia entra nella Comunità degli Orti Slow Food: educazione e sostenibilità in primo piano

Lunedì 11, in occasione della ventesima edizione della Festa degli Orti Slow Food, l’IIS Cardarelli di Tarquinia presenterà ufficialmente la sua adesione al progetto della Comunità degli Orti, portando così l’agricoltura sostenibile tra i banchi di scuola. Per Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, fare un orto è “un atto poetico e gioiosamente rivoluzionario” che cambia il modo di vedere il cibo e fa sperimentare l’autoproduzione. “Nell’orto si può disegnare un futuro diverso,” afferma Nappini, “coltivare significa comprendere biodiversità e trasformare il nostro rapporto con la natura e il cibo quotidiano.” Per Slow Food, l’orto scolastico è un’aula a cielo aperto che stimola educazione alimentare e ambientale, un concetto già adottato in oltre mille scuole in Italia, formando finora più di tremila insegnanti.

“La Comunità degli Orti come Modello Sociale”

Slow Food crede fermamente che una comunità basata sul bene comune, come quella degli orti, possa essere un modello sociale, culturale ed economico. Al centro ci sono il cibo, l’ambiente e le relazioni umane, elementi fondamentali per la sicurezza affettiva e la crescita collettiva. La Comunità degli Orti è pensata per essere una rete di legami che unisce i suoi membri, rendendo l’agricoltura un punto di aggregazione e un’occasione per comprendere meglio il nostro ambiente. Questo impegno ha un valore non solo educativo, ma anche profondamente sociale, dato che attraverso l’orto ci si avvicina alla natura con consapevolezza e rispetto, condividendo esperienze e saperi.

“Verso un Polo Slow Food a Tarquinia”

Con l’adesione al progetto, l’Istituto V. Cardarelli – anche su input e con la determinata partecipazione della dirigente scolastica Laur Piroli – punta a creare la Comunità degli Orti del Cardarelli, portando avanti pratiche agricole sostenibili che si allineano alle tradizioni del territorio agricolo di Tarquinia. L’obiettivo è ambizioso: far crescere questa Comunità per farla diventare un vero polo Slow Food locale, grazie anche all’energia di chef Tiziana Favi, patron di Namo Ristobottega, Cuoca dell’Alleanza Slow Food e membro del consiglio internazionale del sodalizio, che è stata promotrice anche di questa iniziativa e altre collaborazioni con l’istituto. Questo polo potrebbe in futuro promuovere campagne e organizzare eventi per coinvolgere l’intera comunità e valorizzare anche il turismo enogastronomico etico, in forte crescita in tutta Italia. Un progetto che collega scuola, cultura e territorio, con la speranza di lasciare un’impronta significativa per il futuro.