Riceviamo e pubblichiamo
di Claudia Papalini
Vorrei offrire uno spunto di riflessione sulla questione della “governabilità” dell’Università Agraria toccando tre punti che a me paiono essenziali: la riforma degli organi amministrativi, il sistema di contabilità e la riforma dell’organo di revisione contabile.
La principale funzione, anzi, l’unica dell’Università Agraria è quella, come stabilito dall’art. 1 dello Statuto, di “rappresentare gli utenti del Comune di Tarquinia in materia di esercizio dei diritti collettivi sui terreni di demanio civico”.
Per poter rendere effettiva questa funzione l’Agraria ha il dovere innanzitutto di conservare e valorizzare il patrimonio che le è stato affidato dai cittadini. L’art. 4 dello Statuto prescrive infatti che “scopo dell’Università Agraria di Tarquinia è I’amministrazione, la gestione, la tutela, il miglioramento delle proprietà collettive, dei diritti civici della popolazione di Tarquinia”. Conservare, dunque, per non disperdere e valorizzare al fine di accrescere la redditività del patrimonio, nell’esclusivo interesse della comunità.
Mi sono chiesta se è coerente con questa finalità un organo di amministrazione, quale è oggi quello dell’Università Agraria, composto da un consiglio di amministrazione di 16 persone, eletto secondo criteri di rappresentanza politica, una giunta esecutiva di 3 assessori e il presidente, quasi che si trattasse di un secondo Comune. In effetti penso che non sia corretto considerare l’Agraria alla stregua di un ente politico quale è il Comune a cui è riconosciuta la rappresentanza degli interessi generali della sua popolazione, infatti l’Università Agraria non è un ente politico ma un ente che deve unicamente amministrare, secondo criteri di economicità, efficienza ed efficacia, un patrimonio costituto essenzialmente da immobili e bestiame.
Credo, quindi, che sia più coerente con la funzione dell’Agraria un organo di amministrazione costituito da un presidente e 4 consiglieri eletti direttamente dai cittadini. Ovviamente per ogni candidato presidente ci sarebbe un’unica lista composta di 5 persone (1 presidente e 4 consiglieri) e ciò con l’intento di eliminare fin dall’inizio la possibilità che nel consiglio di amministrazione ci sia una maggioranza e una opposizione che avrebbero senso solo in un organo di natura politica.
Ho accennato in precedenza al fatto che la gestione del patrimonio debba essere condotta secondo criteri economici e di conseguenza ritengo che l’Agraria, oltre al sistema di contabilità finanziaria attualmente in vigore, debba adottare anche un sistema di contabilità economico-patrimoniale.
Inoltre penso, in coerenza con quanto sopra esposto, che l’organo di revisione contabile debba essere costituito da un unico componente, scelto tra gli iscritti all’Albo dei Revisori dal Consiglio comunale di Tarquinia e non dal consiglio di amministrazione per evitare che il controllato (il consiglio di amministrazione) scelga il proprio controllore (il revisore).
In conclusione, al di là del giudizio che si possa dare a queste mie idee, spero che si apra un dibattito serio tra tutte le forze politiche e tra i cittadini per fare in modo che questa ricchezza, economica ma anche culturale, rappresentata dall’Università Agraria sia valorizzata nell’interesse esclusivo della nostra comunità.