Riceviamo e pubblichiamo
Stuzzica la notizia che non può lasciare indifferenti, per un motivo o per un altro. Sta di fatto che il problema che adesso coinvolge la politica tarquiniese (e non solo) è individuabile nel vuoto politico e nelle diatribe personalistiche che coinvolgono, a vario titolo, tutte le forze politiche dalla destra alla sinistra passando per il terzo polo.
Ditemi voi in quale dei partiti più rappresentativi (PD-PDL-UDC) non si sia riscontrata almeno una divisione interna caratterizzata non già da discordanze programmatiche, ma più semplicemente dall’accaparramento di posti di potere.
È infatti inconfutabile come all’interno delle segreterie politiche (se ancora si possono chiamare così), vi sia un vuoto assoluto su ciò che rappresenta l’ideologia di un partito, la coesione che deve emergere all’esterno, la gerarchia necessaria per attribuire incarichi e scelte da portare all’esterno. La prova di tutto ciò è tristemente evidente nelle votazioni che si vedono alle riunioni del consiglio comunale dove ciascuno è espressione di se stesso, dimenticando l’appartenenza politica, o ancor meglio partitica, con espressioni di voto che vanno dal favorevole al contrario, passando per l’astensione.
Questa disfunzione, badate bene, non è attribuibile ad uno o due dei partiti presenti, ma è pressoché generalizzata, con piccole sfumature che consistono nel mascherare più o meno bene le divergenze che affiorano ad ogni votazione e che sempre più sono diventate di natura personale e non politica. Per non parlare poi dei transfughi, degli scacciati, dei mercenari, sui quali è meglio stendere un velo pietoso e non procedere oltre.
Detto ciò, non mi sento di criticare la scelta caduta su Sgarbi da parte di chi, sicuramente, l’ha reputata “l’ultima spiaggia” per sfuggire la ghigliottina delle segreterie e dei poteri occulti presenti all’interno dei partiti politici, cercando di dare un contrappeso alla candidatura della sinistra e garantire, a torto o a ragione, un candidato a quella parte della cittadinanza che non ci si identifica.
In sostanza Sgarbi non è il problema, è stato un tentativo, forse provocatorio, giudicate voi se giusto o sbagliato, di risolvere il problema nato dalla divergenza di vedute delle forze che attualmente rappresentano il centro destra e che, ad oggi, non sono state in grado di proporre un candidato condiviso.
Luigi Calandrini