Riceviamo e pubblichiamo
Il P.A.I. è una delle tante “sigle” che costellano la legislazione delle regioni, ed in particolare è l’acronimo di Piano Assetto Idrogeologico. Nella sostanza è l’esito di uno studio idrogeologico del territorio (regionale) che individua, con molta precisione, le zone dei vari comuni che costituiscono l’intero ambito regionale, soggetti a fenomeni franosi e di esondazione. Faccio questa sinteticissima premessa per entrare nel merito del problema PAI che riguarda il nostro comune.
L’ultima versione approvata dalla Regione Lazio e pubblicata sul B.U.R., ha di fatto interessato in modo massiccio il nostro territorio – riducendo sensibilmente l’uso dei suoli a fini edificatori – individuando ampie zone come soggette a rischio esondazione e a rischio frane. Questa circostanza ha conseguentemente e concretamente vanificato alcune previsioni urbanistiche già consolidate e ne ha inibite di nuove, aumentandone ancora i problemi attraverso una normativa di attuazione più rigida rispetto a quella precedente. A peggiorarne la situazione hanno pure contribuito alcune interpretazioni fornite dal competente assessorato regionale alle quali interpretazioni, almeno ad oggi, il comune non ha inteso controdedurre in modo concreto ed ufficiale. Ne consegue che a farne le spese sono, come al solito, i cittadini che si trovano in tali ambiti, vedendosi di fatto interdetta qualsiasi attività di trasformazione dei suoli con gravi danni di natura patrimoniale.
Tale circostanza ha, più in generale, condizionato anche la redazione del nuovo strumento urbanistico comunale (P.U.G.C.) in fase di redazione, impedendo le previsioni di nuovi ambiti edificatori nelle aree poste a ridosso delle attuali zone artigianali e commerciali poste nella località “Colonia Elisabetta – Colonia San Matteo – Stazione Ferroviaria” a causa di ulteriori vincoli di rischio esondazione apposti ai terreni a ridosso del fosso “Scolo dei Giardini”. Ma è proprio su quest’ultima zona che vorrei spostare il discorso in quanto, da ciò che è dato vedere, sembrerebbe che si siano modificate le rigide disposizioni normative contenute su tale strumento di tutela (presumibilmente a seguito dei lavori di messa in sicurezza del fosso all’altezza della S.P. Litoranea recentemente effettuati dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca e da pochissimo ultimati). Infatti si sta assistendo ad una consistente attività edilizia presso gli impianti sportivi della Stazione, che lascia supporre vi sia stata una rivisitazione del vincolo. Attività che riguarda sia le reti interrate che le strutture esterne e che fanno pensare a tale circostanza.
Detto ciò sarebbe interessante che l’ente Comune renda edotti anche i numerosi proprietari di lotti nella zona artigianale e commerciale affinché possano reiterare le loro legittime richieste di interventi, rigettare nel recente passato proprio per l’esistenza di tale vincolo.
Lettera firmata