Riceviamo e pubblichiamo
La partita francamente brutta e noiosa, sembrava eterna. Ci sembrava che i minuti non passassero mai, ma tutto è relativo. L’eternità dell’attesa del fischio arbitrale, pochi minuti dopo ci è sembrata un battito d’ali, in confronto ai minuti eterni, insormontabili, durante i quali aspettavamo l’elicottero della salvezza. Era calato quel silenzio che grava sui momenti di terrore senza speranza e di speranza terrorizzata. Era disceso un manto di sconcerto; eravamo tutti quanti tifosi di una stessa squadra. Quella dei soccorritori. Quando Troiani, ha preso il volo verso la salvezza, i minuti eterni di una gara noiosa, erano un ricordo distante migliaia di chilometri e ci sentivamo stupidi, per aver provato noia perché ora, provavamo dispiacere. Solo stamani sono arrivate notizie confortanti. Il ragazzo sta bene e quello che gli è capitato non sarà nemmeno un brutto ricordo perché il trauma, pietosamente, ha cancellato tutto. Almeno per ora.
A noi non resta altro che augurarci di vedere un miliardo di altre partite, magari noiose, ma che non ci costringano a rivivere momenti come quelli che abbiamo vissuto domenica mattina.
Al dunque, quando le circostanze lo richiedono, saltano fuori grandi e inattese risorse di altruismo e professionalità. Lo sport del calcio, nonostante tutto, conserva ancora un minimo di dignità. Ospiti che chiedono di smettere di giocare, locali che non ci pensano due volte ad accettare. Una bella lezione. È la prima volta in vita mia, che vedo una partita finire con due squadre vincenti.