Riceviamo dal dottor Mario Alberto Marca, ex amministratore ed ex sindaco del Comune di Tarquinia, e pubblichiamo la lettera da lui indirizzata al comandante del corpo di Polizia locale, al segretario comunale e al sindaco incaricato alla Polizia locale e sicurezza del Comune di Tarquinia
Nel ringraziarla per il tempo dedicatomi nel cordiale incontro del 15 giugno u.s. da me richiesto unitamente a mia moglie, vorrei sottolineare le ragioni già esposte a voce nel colloquio per ribadire l’invito a rimuovere tutti gli impedimenti che vietano o limitano, sia parzialmente che totalmente, la libertà di movimento ai cittadini di Tarquinia sulle strade pubbliche sia urbane che extra urbane.
Le rammento che la libertà di movimento è sancita dall’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani e con l’articolo 29 si precisa che eventuali limitazioni devono essere stabilite dalla legge per rispettare i diritti e libertà di altri. Le ricordo inoltre che l’articolo 16 della Costituzione italiana recita che “Ogni cittadino può circolare soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e sicurezza“.
Non è certamente il caso delle due strade pubbliche di Tarquinia “via Vecchia della Stazione“ e “strada dell’Acquetta“, vietate alla circolazione della cittadinanza, la prima perfino con creazione di isola pedonale iniziale. Queste strade hanno caratteri di pericolosità come la stragrande maggioranza degli innumerevoli percorsi che costituiscono il complesso reticolo viario pubblico dell’intero territorio tarquiniese.
Le due strade invero hanno costituito sempre una via alternativa per la decongestione nei periodi critici: la prima per la strada provinciale di Porto Clementino, arteria con traffico eccezionale di collegamento con il Lido di Tarquinia e transitata da autoarticolati pesanti e mezzi agricoli conferenti prodotti alle cooperative agricole; la seconda per alleggerire il traffico delle provinciali Lupo Cerrino e Litoranea.
Non le devo certamente suggerire io che esistono molti altri metodi per rendere minore la pericolosità di dette strade.
Anche la godibilità e l’accesso alle spiagge libere con ostacoli rappresentati da “balzelli“ per parcheggi assolati, sterrati e non custoditi di fatto rendono le spiagge meno libere all’intera popolazione.
L’altro argomento che le ho sollecitato nel predetto colloquio è la insufficiente fruibilità del centro storico sia per i residenti muniti di autorizzazione alla Z.T.L. che agli altri cittadini; centro storico abbandonato progressivamente da molte attività commerciali, artigianali e produttive tanto da renderlo in alcuni momenti irreale per l’assenza di presenze umane.
Ciò è dovuto ad una farraginosa e a astrusa regolamentazione della viabilità, a giorni e orari variabili, con l’appesantimento di bizzarre isole pedonali alcune anch’esse a giorni e orari variabili. Classico esempio il corso Vittorio Emanuele II dove sono presenti adeguati marciapiedi per la sicurezza e l’incolumità della popolazione, dove non esistono locali di ristorazione e pochissime attività commerciali ma è presente l’unica farmacia del centro storico.
L’isola pedonale di Corso Vittorio Emanuele II inoltre, con l’interdizione di via della Caserma, via Giordano Bruno, via Vitellischi, piazza Soderini, via Setaccioli e vicolo Soderini abitate da persone perlopiù anziane o con varie fragilità, impedisce di fatto la possibilità di caricare e scaricare oggetti, materiali e derrate alimentari pesanti o voluminose nelle abitazioni. Ciò è veramente inaccettabile ed è assurdo rendere difficoltoso il libero accesso alle proprie case che rappresenta uno dei diritti fondamentali dei cittadini.
A questo riguardo il suo rifiuto alla proposta/richiesta di una autorizzazione permanente per accedere alla propria abitazione ad una persona anziana munita di permesso Z.T.L. che già stata sanzionata con 21 contravvenzioni di euro 73,10 ciascuno, inconsapevole peraltro di commettere infrazioni rientrando nella propria casa con delle spese, e il suo suggerimento di inviare una mail oppure effettuare una telefonata al comando dei vigili, l’ho avvertiti con una sensazione di disagio di chi subisce una provocazione o una prevaricazione gratuita; perché una persona anziana e/o fragile priva di computer o non sapendolo usare dovendo entrare nella propria abitazione con degli acquisti nelle ore serali, notturne o festive a chi dovrebbe telefonare? Al 118?
A quel punto l’ho salutata interrompendo il non più cordiale colloquio, manifestandole la mia più completa e totale insoddisfazione e ricordandole che tutte le amministrazioni di Tarquinia che si sono succedute dal dopo guerra ai giorni nostri hanno sempre utilizzato il metodo della condivisione, del coinvolgimento, della completa informazione, semplicità e diffusione dei provvedimenti comunali da intraprendere mediante incontri con la popolazione, adunanze, assemblee di quartiere ed altro ancora senza mai eccedere con atti sanzionatori e repressivi come si sta verificando ora in modo irragionevole.
Pertanto le rinnovo l’invito a far sì che i cittadini tornino in possesso dei propri diritti nel rispetto e con la tutela dell’interesse pubblico; sottolineo l’interesse pubblico rispetto al privato come d’altronde si evince dalla lettura della copiosa legislazione e correlati codici disciplinari riguardanti i principi generali, le responsabilità e gli obblighi relativi al personale dell’area della funzione locale.
Mi auguro che quanto segnalato abbia il sollecito e pieno accoglimento onde evitare il ricorso agli organi democratici di competenza per l’accertamento e il controllo della regolarità dei provvedimenti effettuati sia dal versante civile che penale con l’eventuale conseguente attivazione dell’istituto del commissario ad acta.
Distinti saluti
Ex amministratore ed ex sindaco del Comune di Tarquinia
Dottor Mario Alberto Marca