Riceviamo da Elena Biagiola e pubblichiamo
Dopo tre settimane di stasi totale, qualche giorno fa, la Vita Nova si è risvegliata, rendendosi disponibile per consegne a domicilio. Con guanti, mascherine e mantenendo distanze adeguate. Chi se lo aspettava che sarebbe stato bello?
Ci sono state tante richieste, pervenute da ogni canale, e i famosi pacchetti della Vita Nova sono andati in giro per le case di Tarquinia a testimoniare che lo spirito della Pasqua non era in quarantena. Milena, Francesca ed io abbiamo ascoltato, letto, scritto, fotografato, risposto, consigliato, impacchettato e consegnato; le nostre rubriche telefoniche si sono arricchite di nuovi numeri e abbiamo scoperto nuove strade e nuove case della cittadina che abitiamo.
Fare la Speedy Girl quando Girl non lo sei più da decenni è stata un’esperienza emozionante e non solo per la nutrita gamma di pigiami, felpe e vestaglie che ho visto, ma anche e soprattutto perché ho toccato con mano gentilezza, gratitudine e sorrisi. In compenso non ho sentito neanche un lamento, una protesta, una qualsiasi critica o commento sulla situazione estrema che stiamo vivendo. La quarantena, l’isolamento, hanno portato alla luce nelle persone qualità accantonate: maggiore rispetto, capacità di vivere il presente, la scoperta di quanto siamo in grado di accogliere, l’inutilità della critica a oltranza, la famosissima resilienza.
Una persona mi ha detto: “Guarda che ti tocca fare” e io ho risposto che invece mi faceva piacere ed è vero. Mi ha fatto tanto piacere. Andare nelle case di persone che da tanti anni sono amici della Vita Nova e anche da chi ancora non conoscevo, camminare per le strade di Tarquinia con il sole di primavera che colpisce il macco delle chiese e delle torri, ascoltare i richiami degli uccelli nell’assenza di altri rumori, collezionare tanti auguri di Buona Pasqua e soprattutto rendersi conto che 13 anni di lavoro VERAMENTE significano essere parte integrante di un tessuto sociale. Ho sorriso per questo sotto la mascherina, che non mi toglie l’identità (e io che credevo mi riconoscessero dal naso) anche se mi stanca e mi fa parlare più forte.
Che bella la mia Tarquinia! Che bella gente i miei concittadini. Lo ribadisco soprattutto per chi, troppe volte succede, entra alla Vita Nova facendo complimenti per il locale e poi li vanifica aggiungendo “non sembra di stare a Tarquinia!”. E invece sì, siamo proprio a Tarquinia e siamo belli e in gamba e reattivi e impariamo e siamo e siamo sempre stati migliori di quanto ci credono gli altri e soprattutto di quanto crediamo noi stessi. Vorrei che fosse questo il regalo del virus: comprendere che non siamo solo un po’ cinici e un po’ pigri e molto resistenti al cambiamento. Ho visto e percepito altro in questi giorni: generosità, altruismo, comprensione, progettualità, forza e speranza. E siamo anche uniti!
Proprio ieri, a Pasqua, quando LUI non poteva correre per le strade preceduto dai tronchi che ballano, tanti di noi lo hanno comunque fatto vivere; ovunque si sentiva QUELLA musica, ovunque c’erano sorrisi e lacrime di emozione (io ho pianto come ‘na vite tajata). Vi saluto amici, concittadini, e vi ringrazio per il bell’esempio che mi avete dato in questo tempo così strano che stiamo vivendo. La Vita Nova da domani riapre le sue porte, come tante libreria in Italia, e come sempre vi aspetta! Buona Pasquetta, Elena.