Riceviamo e pubblichiamo
Forse il titolo che ho scelto per le mie sintetiche riflessioni potrà, oltre a sembrare eccessivo, trarre in inganno il lettore che si aspettava un articolo più “importante” ed interessante. Ma pur sempre tratta della superficialità con cui viene trattato il patrimonio storico artistico della nostra ricca cittadina dove la ricchezza sta, appunto, nel patrimonio storico ed artistico invidiato da molti.
Nello specifico mi riferisco ad un intervento- appena iniziato ed attualmente sospeso – riguardante la scala di accesso alla chiesa di S.Martino.
Ho avuto modo di passare nella piazza alcuni giorni or sono ed ho notato, con un certo stupore, la demolizione (perché di quello si tratta) della due porzioni rotondeggianti, latitanti la scala di accesso alla chiesa, costituite da grossi blocchi di nenfro.
Inizialmente ho cercato di capire il motivo che ha determinato tale intervento che è, presumibilmente anche se non giustificatamente, finalizzato ad una miglior fruibilità ed accessibilità al luogo di culto. Ma ciò che mi lascia perplesso sono le modalità di intervento e cioè la necessità di aver frantumato quei blocchi di pietra anziché rimuoverli integri per sostituirli eventualmente con altri di diversa fattura e materiale; anche se, essendo l’immobile vincolato, poco mi convince questa possibilità, attesa la necessità di un preventivo parere/autorizzazione del competente ministero – di norma poco favorevole a certi metodi.
Di certo non voglio colpevolizzare nessuno dell’accaduto ma semplicemente porre all’attenzione di chi ama la nostra città e ne tutela il patrimonio storico artistico di prestare maggior attenzione alla scelta degli interventi conservativi dei nostri monumenti. Pertanto, pur rispettando le valutazioni di merito degli organismi preordinati alla tutela del nostro patrimonio artistico, sicuramente più competenti ed esperti del sottoscritto, mi permetto di evidenziare un intervento in itinere che – a mio modestissimo avviso – disattende le più elementari regole del restauro.
Da ultimo vorrei chiarire che la mia segnalazione è dettata esclusivamente dal grande amore che nutro per quel piccolo grande gioiello che è la chiesa di S. Martino molto spesso ingiustamente segregata a ruoli minori rispetto ad altri monumenti cittadini.
Allego documentazione fotografica della stato dei luoghi.
Cordialmente,
Luigi Calandrini