Riceviamo da Sandro Vallesi e pubblichiamo
Caro Direttore,
ieri mattina mi sono recato a firmare per i referendum e mi sono trovato partecipe di un grande spettacolo di Popolo. Ho trovato una fila di persone di ogni età, genere, ceto sociale e, per quello che posso conoscere io, orientamento politico: pazienti, educati, dialoganti, in poche parole un Popolo in carne ed ossa.
In un tempo in cui il Popolo è spesso disprezzato, tra avversi populismi, disaffezione dalla politica, scelte di pancia, quando viene chiamata a partecipare a questioni importanti, la gente c’è sempre, e, scommettiamo, prende anche la decisione giusta. Di questo va dato merito ai promotori di questa iniziativa.
Qualche anno fa con la Primavera per Tarquinia presentammo pubblicamente la proposta di un nuovo Statuto della Città, che metteva al centro la partecipazione popolare. In esso le consultazioni organizzate vedevano un forte ampliamento e soprattutto prevedevano la trasformazione dei referendum da discrezionali ad obbligatori nel caso di scelte fondamentali ed irreversibili, spostando il centro decisionale da un ristretto numero di cittadini alla maggioranza del corpo elettorale.
Questa proposta nasceva proprio, anche se non solo, dalla esperienza dell’Autostrada. La sua costruzione sul nostro territorio e la contemporanea cancellazione della via Aurelia (S.S.1, la prima strada italiana!) non poteva essere lasciata alla potestà di poteri lontani o ristretti.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La viabilità che avrebbe dovuto sostituire la Via Aurelia è un disastro! Strade o meglio carrarecce, manutenzione inesistente, canne sulla sede stradale, segnaletica orizzontale confusionaria. Dopo alcuni anni sarebbe necessario un bilancio chiamando a risponderne tutti quelli che a suo tempo furono così zelanti e decisi nel pretendere il sacrificio di Tarquinia: Regione Lazio, Ministero dei Trasporti, Sat. Pronti, nel caso di orecchie da mercante o pilatismi vari, a porre in atto iniziative, e ce ne sono, capaci di creare problemi alla gestione stessa dell’autostrada.
Penso che questi referendum riguardino sì la chiusura di strade e del parcheggio della Stazione, ma riguardino anche la difesa di Tarquinia e dei Tarquiniesi, difesa che il Popolo ha deciso di riprendersi in prima persona. Chissà se così il nostro futuro sarà meno esposto alle razzie dei predoni in giacca e cravatta.